Fernando Signorini: "Sono argentino ma ho deciso di essere napoletano! Scudetto? La Vecchia Signora fa trappole per guadagnare vantaggio. Su Maradona, Higuain ed il paragone con Messi..."

08.01.2018
16:40
Redazione

Fernando Signorini, storico preparatore atletico di Diego Armando Maradona, è intervenuto ai microfoni di Radio Goal sulle frequenze di Kiss Kiss Napoli.

Fernando Signorini, storico preparatore atletico di Diego Armando Maradona, è intervenuto ai microfoni di Radio Goal sulle frequenze di Kiss Kiss Napoli. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli24.it: "Non conosco un solo abitante al mondo che abbia scelto il posto di nascita. Io invece ho deciso di essere napoletano nonostante sia nato in Argentina. Mi sento a casa mia quando sono qui. 

Sulla corsa Scudetto: "Si ci credo. Già dopo le prime giornate ero convinto che, arbitri permettendo, questo sia l'anno del Napoli. La squadra di Sarri gioca il miglior calcio d'Italia ma per tener testa alla Juve i partenopei dovrebbero uscire da tutte le coppe per concentrarsi sul campionato. Tenuta fisica? La mia è un'opinione ma l'allenamento ha due punti importanti: il lavoro ed il riposo. Il Napoli ha una rosa troppo ridotta quest'anno per questo consiglio di concentrarsi solo sul campionato". 

Polemiche arbitrali?: "In Argentina si dice che il pesce grande mangia quello piccolo. I più potenti sono sempre quelli che comandano e quindi il Napoli dovrà lottare anche contro questo". 

Sul rapporto con Maradona: "Quando Diego è stato nominato CT dell'Argentina mi ha chiamato immediatamente. Non ci sentivamo da 14 anni ma siamo sempre rimasti molto amici. Non c'era bisogno di vedersi per mantenere inalterato il nostro rapporto. Mi ricordo che quando il Napoli vinse il primo scudetto, Diego disse di aver vinto a casa sua. A Napoli si è sentito come da nessun'altra parte. Soprattuto grazie ad Antonio Juliano c'è stato il passaggio di Maradona a Napoli. Al San Paolo, con 50mila spettatori nel giorno della presentazione, ricordo che non si capiva nulla". 

Sulla nazionale argentina: "La rappresentativa che andò in Sudafrica era molto forte ma anche molto giovane. I ragazzi non avevano l'esperienza per vincere il mondiale. Anche Diego nell'82 non riuscì a fare molto in Spagna. Il problema principale resta il fatto che la maggior parte dei giocatori sono lontani e non bastano pochi giorni per riuscire ad amalgamarli. 

Sul passaggio di Higuain alla Juve: "Sono scelte libere, Diego non lo avrebbe mai fatto. All'epoca ebbe delle offerte per andare via ma decise di restare in azzurro".

Sul VAR: "E' molto difficile perchè ci sono degli interessi anche politici oltre a quelli economici. Se il VAR viene interpretato sempre in modo diverso non cambierà nulla. Il problema non è la tecnologia ma l'uomo che è dietro ad essa. Credo che nel mondo non c'e nessuna altra Vecchia Signora che faccia trappole per guadagnare del vantaggio. Le altre vecchie signore sono più oneste". 

Se fanno uso del VAR non c'è nessun problema ma allora perchè l'arbitro non controlla sempre? Dovrebbe esserci qualcuno da fuori che indichi al direttore di gara il suo errore". 

Sul paragone Maradona-Messi: "Credo che la differenza tra i due sia legata al carattere. Diego sotto il profilo tecnico aveva qualcosa in più. Non so cosa avrebbe potuto fare Messi nel Napoli di Maradona. Oggi il calcio è diverso, è più semplice rispetto al passato. Diego è stato magico ma rispetto a Messi ha avuto una storia diversa, sin dall'infanzia". 

Sulla squalifica di USA '94: "Diego fece di tutto per arrivare al Mondiale ’94. Lottò contro la sua dipendenza dalla droga per riuscire ad arrivarci in forma ma fu strumentalizzato. Maradona venne utilizzato come ‘moneta di scambio’ e non è un caso che, dopo la sua squalifica, Grondona divenne il segretario delle finanze della FIFA. Vi racconto un retroscena che mi rivelò Romario: quando arrivò la notizia della squalifica di Maradona, stapparono una bottiglia di champagne, perché erano convinti di vincere".

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