Giaccherini
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Giaccherini: "Giocai 55 partite con Conte alla Juve, poi per colpa di Sarri a Napoli..."

06.07.2025
21:45
Redazione

L'ex calciatore Emanuele Giaccherini, intervenuto ai microfoni di Centrocampo, tra i vari temi ha parlato anche del periodo in cui ha giocato con la maglia del Napoli e del rapporto controverso con l'allora tecnico azzurro Maurizio Sarri. Di seguito le sue dichiarazioni: "Andare al Napoli è stata una mia scelta sbagliata ma anche un errore tattico. Avevo la possibilità quell’estate di andare al Torino ed essere uno dei giocatori più importanti, però la chiamata del Napoli era l’ultima occasione di andare in un top club e giocare la Champions. Io venivo da un grande Europeo e ho preferito così. La mia scelta poi si è rivelata sbagliata. Non che non volessi andare a Napoli, è la piazza che auguro a qualsiasi giocatore per il calore della città, il calore dei tifosi, lo stadio… È la città del giocatore più forte della storia del calcio. Dal punto di vista professionale non è stata una bella esperienza perché io avrei voluto dare tantissimo in più alla squadra, non avrei mai pensato di essere così poco utile alla causa.

Io non credo che sia stata solo colpa mia, credo che potevo essere davvero importante in quella squadra: ho giocato 55 partite alla Juventus con Pirlo, Vidal, Marchisio e Pogba, potevo giocarne 55 anche al Napoli con Hamsik, Allan e Zielinski, con tutto il rispetto. C’è stato un equivoco tattico, sono stato messo come vice-Callejon ma io non c’entro niente con lui. Sarri ha avuto la sua gestione e l’ha anche un po’ pagata, perché il primo anno e in parte il secondo anno siamo arrivati cotti alla fine del campionato. Soprattutto chi aveva giocato sempre a marzo è arrivato in down, e chi non aveva mai giocato non era pronto. I giocatori vanno tenuti tutti sulla corda come fa Antonio Conte, altrimenti ti ritrovi a un certo punto della stagione con una squadra morta. Sarri è un grande maestro di calcio, non c’è discussione, ma in questo non è riuscito a incidere. La parentesi a Napoli la voglio ricordare per l’amore che la città mi ha dato, per come il tifoso mi ha fatto sempre sentire importante, e mi dispiace non aver potuto dare quello che loro mi hanno trasmesso”.

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