Giordano: "Ho un debole per Insigne sin da quando giocava nella Cavese. Sarri? Un grande allenatore, ma c'è una cosa che non capisce"

09.04.2017
10:15
Redazione

"Sara' una sfida aperta e piacevole, difficile dire chi vincera'", comincia così la lunga intervista di Bruno Giordano a Il Mattino. La nostra redazione vi propone qualche passaggio significativo:

Lazio-Napoli e' duello per la Champions?

"Lo e' perche' lo dice la classifica anche se gli azzurri sono piu' avanti e sono sempre stati in zona Champions. Sara' una gara intensa e spettacolare, aperta ad ogni risultato. Un peccato il divieto per i tifosi napoletani, il loro sostegno e' importante per la squadra. La Lazio e' una delle sorprese del campionato, il Napoli invece poteva fare qualcosina in piu': penso ai punti persi contro le piccole, per esempio contro Pescara, Palermo e Sassuolo".

Questa e' anche una sfida tra due tra gli allenatori piuÌ apprezzati.

"Stimo Simone da quando allenava nelle giovanili della Lazio. Il salto in serie A non era facile, lui non solo si e' dimostrato un grande professionista ma anche un tecnico preparato, capace di ricompattare il gruppo dando un’anima alla squadra. Sarri e' un grande allenatore ma dovrebbe capire che in 90’ non si puo' giocare sempre alla stessa maniera, bisogna anche rifiatare e saper soffrire. Il Napoli gioca un calcio splendido, ma quando viene il momento di gestire occorre saperlo fare".

Uno dei temi d’attualitaÌ e': la «grande bellezza» del gioco di Sarri puo' essere anche vincente?

"Si se si abbina al raggiungimento del risultato. L’estetica ha il suo pregio, ma solo una squadra senza l’assillo del risultato puo' ricercarla in modo esclusivo, per vincere bisogna giocare bene e pensare al punteggio finale. Ho un debole per Insigne sin da quando giocava nella Cavese. Quando allenavo a Terni l’ho affrontato e mi ha sempre colpito. Il fatto che ora si stia consacrando non mi sorprende ma mi rende felice, anche perche' e' un napoletano che gioca nel Napoli".

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