Gravina: "Agli Europei anche io potevo fare meglio. Spalletti era pronto a dimettersi"
Nel corso dell'intervista concessa al Corriere della Sera, nella quale il presidente Gabriele Gravina ha annunciato la sua volontà di ricandidarsi alla presidenza della FIGC, l'attuale numero uno del calcio italiano ha tracciato un bilancio del suo operato, iniziando dai risultati di cui è più orgoglioso. Ecco le sue parole riportate da TMW: "Aver contribuito a dare stabilità al sistema devastato dalla pandemia attraverso la distribuzione di 162 milioni di euro alle componenti. Ciò è stato possibile grazie a una buona gestione federale. E poi, aver difeso l’autonomia della FIGC dalle ingerenze: il cambiamento dobbiamo governarlo noi",
Sul piano tecnico, ha ricordato con emozione l’Europeo del 2021: "La gioia più grande degli ultimi 18 anni. Ma non solo, sono fiero del lavoro fatto sulle Nazionali giovanili, che ci ha permesso di vincere il premio Burlaz della UEFA. La Spagna lo aveva vinto otto volte, noi mai. Siamo sulla strada giusta".
Ma cosa, invece, non rifarebbe? Gravina ha ammesso con sincerità: "Potevamo fare meglio in Germania, anche io. Nella preparazione si è generata un po’ di confusione e non siamo stati in grado di dare il giusto supporto a Spalletti. Poi c’è una macchia enorme: i Mondiali. Però i rigori non li tiro io…".
L’eliminazione dall’Europeo ha lasciato il segno, ma secondo Gravina ha anche contribuito a un cambiamento positivo. "Dopo la disfatta ci siamo presi una settimana di tempo per riflettere. Poi ci siamo rivisti anche con Buffon e abbiamo fatto autocritica, ognuno per le proprie competenze".
A proposito di Luciano Spalletti, Gravina ha sottolineato la serietà dell’allenatore: "Già la sera dell’eliminazione era pronto a rimettere il mandato. È una persona molto seria, lavora sette giorni su sette e lo apprezziamo sempre di più. La sua permanenza sulla panchina azzurra non è mai stata in discussione".