Guardiola: "Complimenti al gioco del Sassuolo. Il tiki taka non l'ho inventato io. Venire in Italia? Perché no"

14.10.2018
15:30
Redazione

Pep Guardiola, allenatore del Manchester City, è intervenuto ai microfoni de Il Festival dello Sport. L'evento organizzato per parlare prettamente

Pep Guardiola, allenatore del Manchester City, è intervenuto ai microfoni de Il Festival dello Sport. L'evento organizzato per parlare prettamente di calcio e lo si fa con dei maestri del settore che discuteranno di come è cambiato questo sport nel corso degli anni. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di Calcio Napoli 24. 

"La VAR arriverà anche in Champions League, prima o poi arriverà. Così gli errori saranno di meno, è inevitabile"

"Cosa manca al calcio italiano? Mi sembra che non manchi nulla, l'Italia rimane ciò che è. Bisogna riflettere, io sono il meno adeguato a dire cosa manca. L'Italia ha vinto sempre ed in tanti modi, forse dovremmo essere noi ad imparare. Difendere bene è un grandissimo talento, puoi farlo più avanti oppure più indietro: voi siete maestri nel difendere. E' la vita: stamattina ho ascoltato Federica Pellegrini, ha detto che in carriera ha perso. E' così. Non è che può vincere sempre l'Argentina o l'Italia, nel calcio e nella vita si perde più volte rispetto alle vittorie. Sono convinto che in Italia ci siano i calciatori per tornare a vincere, io come allenatore contro le italiane dico 'wow, ci fate soffrire' e forse in Spagna l'abbiamo imparato. Si è presa una strada, e l'abbiamo fatto bene. Io allenatore in Italia? Perchè no? Non mi ci vedevo ad allenare in Germania ed imparare il tedesco, eppure è andata così. Ora sono in Inghilterra, chissà il calcio dove mi porterà".

"Cosa ruberei a Carlo Ancelotti oltre le Champions? Il capello (ride, ndr). Condivido la filosofia di Carlo, lui si esprime rispecchiando il proprio carattere. Quando parli con i suoi calciatori o ex ne parlano tutti bene, non solo come allenatore ma come uomo".

"Avversarie temibili in Champions? Se il City è una favorita, significa che siamo veramente bravi. Non so se siamo pronti, non abbiamo una storia dietro e non c'è nessuna consapevolezza. Le favorite sono quelle che hanno una storia alle spalle come Madrid, Barcellona, la Juventus con l'acquisto di Ronaldo ha fatto capire di voler vincere la Champions". 

"Messi? Feroce, un animale competitivo, odia perdere, gioca come un bambino e nelle grandi partite fa la differenza. Barcellona e Madrid hanno dominato tanto in questi anni perché avevano Cristiano Ronaldo e Messi che sono due fenomeni".

"Il tiki-taka? Non voglio essere umile, ma non ho inventato nulla. Abbiamo vinto la Champions con tanti giocatori delle giovanili, entrati a 8-9-10 anni. E' stata una combinazione di stelle che succede una volta nella vita: ebbi la fiducia dalla società, allenavo in quarta divisione, e ci siamo trovati un gruppo di ragazzi che si volevano bene ed interpretavano il gioco nella stessa maniera. Avevamo i soldi per acquistare i più forti giocatori, ma ci volevamo mangiare il mondo e l'abbiamo fatto nel tempo. E' stata una esperienza costante, ogni tre giorni gli piaceva giocare. Il tiki-taka non mi piace molto come concetto, sembra un gioco ma in realtà sapevamo esattamente cosa fare. Con la palla sapevamo dove finire, ma è qualcosa che succede una volta nella vita: rimarrà sempre la nostalgia nel vederlo, ma è stato bello averlo vissuto. Vedremo se ne parleremo e se lo ricorderemo da qui a 10-20 anni: come i film". 

"Cruyff è stato l'allenatore più importante che ho avuto, ai tempi del Barcellona. Ogni allenamento ci diceva sempre cose nuove, ogni volta che vincevamo ci diceva perché lo avevamo fatto. Vedeva il calcio diversamente rispetto agli altri, come Sacchi. Sia che Cruyff che Sacchi hanno dato la possibilità di far allenare a molti ex calciatori". 

"Anche in Premier in Inghilterra le piccole si stanno evolvendo. Difficile commentare in generale, ma la tendenza è questa qui. Ogni calcio ha la sua identità, se vedo il Sassuolo mi dà l'aria di avere un calcio propositivo".

"Chi gioca bene vince? Direi di sì, ma succede. Nel calcio il bello è che tutto è possibile ed aperto, ma mi auguro che sia sempre così: chi gioca meglio abbia più possibilità, ma non sempre è così. Solo nel calcio devi calciare in una porta per vincere, è uno sport speciale e matto".

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