Corte d'Appello, il giudice Sandulli a CN24: "Koulibaly? Prevalso il rispetto delle regole, altrimenti si legittimano episodi che portano a violenza. Un cambiamento è necessario"

19.01.2019
12:15
Redazione

Il giudice della Corte Federale d'Appello, Piero Sandulli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a CalcioNapoli24Live: Vostro onore cosa ha portato alla

Il giudice della Corte Federale d'Appello, Piero Sandulli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a CalcioNapoli24Live:

Vostro onore cosa ha portato alla decisione di ieri?

“Nel bilanciamento operato nella decisione di ieri, ha prevalso il rispetto delle regole. La solidarietà umana, che noi abbiamo inteso mostrare al calciatore anche attraverso il colloquio che abbiamo avuto con lui, è un valore da proteggere ma che non può sconfinare in comportamenti lesivi del corretto svolgimento di un evento, sportivo o meno. Rischio di innescare episodi di violenza? Se è concesso ad un calciatore di tenere un comportamento irrispettoso del direttore di gara, si legittima anche l'avvenimento di episodi che possano sfociare nella violenza verso lo stesso, il rischio c'è. Basti pensare a quanto successo ad un giovane direttore di gara, aggredito fisicamente a margine di una partita di livello giovanile”.

Ha pensato che questa sentenza avesse ormai una valenza politica?

"Il compito di determinare regole e leggi non spetta ai giudici, ma al legislatore a tutti i livelli o al massimo all'esecutivo del mondo del calcio. Abbiamo in ogni caso voluto dare comunque un segnale: normalmente il ricorso avverso una sola giornata di squalifica (come fatto dal Napoli) non viene neanche considerato ammissibile. Se non avessimo voluto dare un contributo al dibattito e focalizzare l'attenzione su un tema delicato, avremmo rigettato sic et simpliciter l'istanza di ricorso. Accogliendola invece e sottoponendola alla nostra attenzione fino a ieri, abbiamo inteso comunicare l'esigenza che un cambiamento è necessario, ma non è nella fase di giudizio che questo deve avvenire. Non si giudica un uomo dal colore della propria pelle".

Eccessivo quindi il paragone con la vicenda Muntari?

"Nella vicenda Muntari sentimmo l'arbitro in udienza ed il direttore di gara, nell'occasione, ci rispose che non sapeva neanche cosa fosse successo esattamente quando vide che il calciatore era uscito dal campo. Una pronuncia che correggesse un'assenza di prontezza per quell'occasione era plausibile. L'arbitro può aver sbagliato o meno nella gestione della gara, nell'applicazione del protocollo UEFA rispetto ai cori di matrice razziale, ma questo dovrà valutarlo l'AIA, non la Corte Federale D'Appello. De Laurentiis, lo stesso calciatore che ho trovato di grande intelligenza, il bravissimo avvocato Grassani sapevano che questa pronuncia non poteva che andare in questa direzione".

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