Il pm Borrelli attacca: "Sarri disaffezionato, sa che se non vince non è colpa sua. A fine stagione lascia Napoli, inutile acquistare a gennaio!"

12.12.2017
16:40
Redazione

Il pm tifoso azzurro Giuseppe Borrelli ha rilasciato un'intervista all'edizione odierna del Corriere del Mezzogiorno in un 'botta e risposta' di 'accusa e difesa' a Maurizio Sarri, occupandosi dell'accusa al tecnico del Napoli: "«Cosa c’è di più drammatico oggi a Napoli del calcio?». Detto da un magistrato della direzione distrettuale Antimafia, almeno, fa sorridere. E lo spirito di Giuseppe Borrelli è sicuramente quello di sdrammatizzare, per quanto le sorti del calcio Napoli gli stiano a cuore da sempre, il momento delicato e difficile della squadra. In questo singolare tribunale, i tifosi soffrono e gioiscono alla stessa maniera. La pubblica accusa chiama a deporre Maurizio Sarri". Ecco le sue dichiarazioni:

Dottore Borrelli, qual è l’ipotesi di reato?

«Direi disaffezione, nel senso che Sarri con ogni scelta ha inteso dimostrare la sua estraneità al club, alla società sportiva».

Non ha agito per il bene della squadra?

«In qualche modo è così, ma vorrei essere più esplicito e partire da lontano. L’errore è stato quello di non rinnovargli il contratto l’estate scorsa, assecondare insomma il fatto che restasse sapendo di dover andar via. Consapevole che questa stagione sarebbe stata il preludio dell’addio. Sarri ha accettato di restare a Napoli, rinunciando a contratti molto più importanti, pensando di poter provare a vincere qualcosa. Ma declinando da ogni responsabilità laddove qualcosa fosse andato storto».

Come sta accadendo adesso?

«Non posso credere che un allenatore non suggerisca al club calciatori di cui avrebbe bisogno, nè posso pensare che non si sia espresso sull’effettivo valore di quelle che erano le riserve di cui disponeva».

Ritiene che il problema sia la panchina corta?

«Che le alternative siano di valore inferiore ai titolari è abbastanza palese, ed è peraltro normale che sia così. Ma è altrettanto vero che un calciatore che costa trenta o quaranta milioni non viene a Napoli sapendo che deve fare la panchina».

Alla Juventus Bernardeschi e finanche Dybala non protestano se non partono titolari. È una questione di blasone di club?

«Sia l’uno che soprattutto l’altro non si sentono panchinari a vita. Sanno che possono saltarne una, due e anche tre di partite ma sono considerati come parte integrante della squadra. Si chiama gestione degli uomini».

Sarri ha spremuto troppo i soliti undici/dodici giocatori?

«Non credo che sul risultato di 4 a 0 contro il Benevento, mandare in campo Mario Rui fosse solo questione di fiducia. Piuttosto anche allora Sarri voleva dimostrare la sua estraneità rispetto al mercato fatto dalla società. La sua gestione, insomma, era ed è concentrata su un solo anno, quest’anno. Lui sa che andrà via. Forse bisognava avere il coraggio di cambiare allenatore la scorsa estate».

Le ultime gare: senza Insigne, senza Ghoulam il Napoli non si è saputo esprimere alla stessa maniera.

«Se analizziamo questo momento, Sarri non poteva fare chissà cosa. Gli sono venuti meno due giocatori fondamentali e non ha gente valida e pronta. Ma non li ha per colpa sua».

In che senso?

«Mario Rui non è Ghoulam ma un terzino sinistro di valore come Strinic è andato via perchè giocava pochissimo. Zielinski, Rog, Ounas sono calciatori che andavano addestrati come gli altri. Il gioco bellissimo di Sarri non può essere per pochi intimi. Questo è il punto».

Il Napoli è secondo in classifica, non tutto è perduto.

«Francamente la vedo un po’ nera. Tutti aspettano il mercato di gennaio, ma per cosa? Le basi si pongono in estate. E poi chi deve arrivare per giocare subito e superare le diffidenze? Un top player del Real Madrid? Siamo su un altro pianeta».

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