Milionari, Gallo a CN24: "Sono un fan di Insigne, vorrei Immobile al posto di Higuain. Il sogno di Altafini e quella volta che fece bloccare la Pignasecca. Da bambino dicevano che ero figlio di Barison..."

05.02.2016
20:00
Marco Galiero

L'11 febbraio sarà in tutte le sale italiane il film 'Milionari' di Alessandro Piva. La nostra redazione ha contattato in esclusiva il protagonista, Gianfranco Gallo, che nel film interpreta il ruolo del boss, Don Carmine. Ecco cosa ci ha raccontato sul film: "Questa pellicola attraversa trent'anni di storia di Napoli. Il film è stato tratto da un libro scritto dal giudice Cannavale. Trent'anni di camorra, trant'anni a Secondigliano. In quegli anni il Napoli vinse lo scudetto. C'è una scena in cui un intero rione, a suo modo festeggiava la vittoria. Il rione esplode nei festeggiamenti sotto proprio ai piedi dell'immagine di Maradona". 

Esiste un collegamento tra camorra e stadio? "Anche i camorristi vanno al San Paolo, come ci vanno i medici e gli avvocati. Il tifo è una cosa che accomuna tutti".

Che tipo di tifoso sei? "Quando ero bambino, mio padre frequentava tutti i calciatori del Napoli. Io frequentavo le case di Altafini e Canè. Andavamo spesso anche da Pesaola. Per molto tempo, quando ero piccolo ho tifato Milan. Poi diventai grande e quando arrivò Maradona lo andai a vedere al San Paolo quando scese con l'elicottero, pagai 1500 lire per entrare nei distinti. Mi sembrò il padre eterno che scendeva dall'alto. Così, mi innamorai del Napoli e oggi sono un tifoso sfegatato. Ma mio padre non mi perdonò mai il fatto che avessi tifato Milan. Quando andavo allo con mio padre e mio fratello, il Napoli segnava e papà mi guardava sott'occhio perchè voleva vedere se esultavo veramente oppure facevo finta. Quando segnava il Napoli, mio padre abbracciava mio fratello, non me: questa cosa mi è rimasta impressa. Mio padre giocava a carte con tutti i giocatori del Napoli quasi ogni sera. Mi ricordo che ero piccolo, Altafini giocava nel Napoli e voleva per forza cantare. Mio padre e Claudio Mattone (che ha scritto il musical, 'Scugnizzi') gli scrissero una canzone che si chiamava 'La rosa'. Mio padre, per fare pubblicità a questa canzone, fece mettere in vendita il disco nel negozio di suo fratello nella Pignasecca. Un giorno ebba la felice idea di portare Altafini nella Pignasecca. Si bloccò tutta Napoli. Te ne racconto un'altra: quand'ero piccolo, i giocatori del Napoli prendevano in giro mio padre: dicevano che siccome somigliavo a Barison ero suo figlio. Era un calcio molto diverso, non giravano tutti i soldi che girano adesso. Ora è un carrozzone a cui crediamo, ma alla fine non si sa se è tutto vero. Mi ricordo quando venne Savoldi e il Napoli lo pagò due miliardi, fece uno scandalo assurdo. Adesso, si comprano giocatori per cifre esorbitanti".

Il Napoli di adesso ti piace? "Sono un grandissimo fan di questo Napoli, ho litigato con chiunque anche su Facebook perchè ho sempre sostenuto che il fuoriclasse del Napoli fosse Lorenzo Insigne. Sono contento del fatto che ci sia un napoletano in squadra. Ci sono giocatori fortissimi a Napoli, ma non vengono presi in considerazioni. Sono contento che Insigne sia diventato l'uomo squadra. Ci fosse stato Immobile, l'avrei preferito anche ad Higuain. Il 'Pipita' è il 'Pipita', per carità, un campione esagerato. Ma se fosse stato napoletano...".

'Un giorno all' improvviso?' "Abbiamo un repertorio di canzone infinito a Napoli. I tifosi cosa hanno scelto? Una canzone che cantano i Righeira: un gruppo di Torino. Non mi piace".

Come toglieresti i ragazzini dalla strada? "Cerco sempre di fare iniziative per salvare i ragazzini. Il problema della camorra va affrontato sin da quando il bambino sta all'asilo, non quando ha già 17 anni. A 17 anni non li riprendi più. Insigne e gli altri potrebbero andare nelle elementari per fare da esempio a questi bambini, per trasmettere il messaggio secondo cui tutti ce la possono fare. Si dovrebbe cominciare molto prima, però. Oggi c'è una realtà a Napoli, dal punto di vista della Camorra, che sinceramente fa paura".

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