Jorginho spara a zero su Mandorlini: "A Verona non mi voleva: fosse stato per lui giocherei ancora in Lega Pro"

10.06.2021
12:00
Redazione

Serie A - Jorginho ha rilasciato un'intervista al Telegraph: "Non giocavo molto all’Hellas nel 2010 e ho finito per andare in prestito alla Sambonifacese, in Lega Pro. Mi sono divertito molto lì, ma poi, quando sono tornato a Verona, erano stati promossi in serie B e Mandorlini, l’allenatore, non mi voleva. È stato il direttore sportivo Gibellini a insistere perché mi desse una possibilità: se non li avessi convinti dopo sei mesi sarei andato via. Mandorlini mi ha fatto giocare in tutti i ruoli in precampionato: terzino destro, centrale, ovunque. Speravo di fare qualche minuto, ma poi è iniziata la stagione e non andavo in panchina. Sono stato lasciato in tribuna ogni partita. Pensavo tra me e me: “Questo allenatore sta scherzando con me”. E così, dal nulla, mi ha fatto partire in una posizione nella quale non mi ero mai allenato, da numero 10, contro il Torino. Abbiamo perso in casa 3-1 e ho ricevuto ogni tipo di critica. La gente diceva “è troppo magro” e “non è pronto”. Non ho più giocato per un mese, allora ho chiamato il mio agente Joao Santos e gli ho detto: ‘Parto a gennaio!’. Avevo ricevuto anche una telefonata dall’allenatore con cui lavoravo alla Sambonifacese, Claudio Valigi. Aveva firmato per il Mantova in Lega Pro. E mi voleva con lui. Gli ho risposto che ci avrei pensato, ma appena ho riattaccato ho chiamato Joao: ‘Senti, vado a Mantova’, mi disse di calmarmi. E poi, due o tre settimane dopo, in una partita contro il Bari, un nostro giocatore si fa male nel primo tempo. Mandorlini mi guarda in panchina, sembrava disperato: ‘Mio Dio, che faccio?’. Alla fine mette dentro e vinciamo 1-0 in trasferta. La settimana dopo ho iniziato titolare contro l’Empoli, ho segnato un gol e fatto un assist. Migliore in campo. Tutto è cambiato dopo. Per me è stata la svolta".

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