Koulibaly: "Miglioro dentro e fuori dal campo, segnerò anche di più! Barça o Real? Decide il presidente: spero di giocare in un top-club un giorno..."

24.06.2018
22:45
Redazione

Kalidou Koulibaly ha parlato ai media del suo paese del Mondiale e del suo passato

Kalidou Koulibaly, difensore del Napoli e del Senegal, ha parlato ai microfoni di sofoot.com:

Definendoti "fenomenale", El Diez ha dichiarato due anni fa che sei diventato "il miglior difensore della Serie A". È giustificato secondo te?
"Far parte dei 5 migliori difensori al mondo è uno dei miei obiettivi. Sono consapevole che c'è ancora da lavorare tanto. Oggi la gente parla di me perché vede i frutti del mio lavoro, ma per me non è finita. Voglio ancora crescere".

In quale fondamentale sei cresciuto?
"Inizio a segnare gol. Per un difensore è la cosa più difficile. Ho fatto cinque gol quest'anno, sono cresciuto. L'anno prossimo, punto a farne di più".

Dici spesso che sei un perfezionista. Cosa ti comporta questo?
"Mi piace guardare i video delle partite, vedere gli errori che ho fatto. Guardo cosa ho fatto bene, ma soprattutto cosa ho sbagliato, analizzo gli errori per non farli di nuovo in futuro".

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"Non lo so. Sto solo cercando di essere importante dentro e fuori dal campo, e poi lascio che i presidenti facciano le loro scelte. Alcuni giocatori di colore sono già nei migliori club e spero di farne parte un giorno".


Hai iniziato al Metz
"Sì, grazie a Olivier Perrin, che ora lavora da Génération Foot in Senegal. Mi ha scoperto quando avevo 13 anni. Quando ho lasciato il Metz è stato lui a decidere. Nella mia testa, era il colpevole, mentre non era l'unico. Poi è venuto a convincermi, a dirmi che voleva che tornassi. Farei tutto per lui come farebbe lui tutto per me".

Lasciasti il club per andare al Genk
"Era più complicato di così. Parlai con Albert Cartier. Nel suo ufficio gli dissi che ero pronto a rimanere. C'era anche Gregory Proment. Greg l'ho adorato. Volevo restare, glielo dissi, ma mi dissero che il club aveva bisogno di soldi e sono andato via. Tre giorni dopo ero al Genk".

Quali sono state le tue prime impressioni?
"Era quasi come se fossi a casa. Conoscevo già Diafra Sakho, Sadio Mané, Fallou Diagne di Metz, Kouyaté. Anche Khadim N'Diaye mi ha accolto molto bene".


Hai affermato che il peggior nemico del Senegal ai Mondiali è il Senegal.
"Siamo capaci del meglio e del peggio. Devi avere fiducia in te stesso, ma non troppo. Il Senegal è noto per la sua umiltà, è nelle nostre radici, nel nostro sangue, quindi dobbiamo temere questo. Dio solo conosce il destino che avremo".

Un avversario che ti preoccupa in particolare?
"Rispetto tutti, ma non ho paura di nessuno. Se ti concentri troppo su un giocatore, l'altro segnerà. Studio l'intera squadra e faccio tutto il possibile per assicurarmi che nessuno faccia gol".

 

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