L'arbitro Rocchi: "Prima non dormivo per i derby di Roma, ora col VAR sono sereno! Ecco come cambia il nostro approccio"

19.10.2018
10:00
Redazione

Gianluca Rocchi, arbitro internazionale, ha rilasciato un'intervista a La Repubblica. Ecco alcuni passaggi:   Rocchi, via il dente:

Gianluca Rocchi, arbitro internazionale, ha rilasciato un'intervista a La Repubblica. Ecco alcuni passaggi:  

Rocchi, via il dente: è vero che agli arbitri il Var non piace?

«Ho fatto quattro derby di Roma col cappio al collo, stavo tre notti sveglio: prima durante e dopo. Gli ultimi due invece, col Var, me li sono goduti. Non c’è arbitro che possa essere contrario».

E averlo cambia l’approccio?

«No. Il mio obiettivo è non usare la tecnologia: cerco di non averne bisogno, di recente ci son riuscito. Ma so che se devo usarla, mi ripara un errore. È un vantaggio, se lo vedi come un muro lo userai sempre male».

Eppure tanti si lamentano.

«Il vero problema è la linea di intervento. Su questo, tutti ci lasciamo le penne: a volte sei troppo interventista, altre troppo poco. Da Var puoi creare una tensione all’arbitro o puoi levargliela. Ma nella cabina sei solo, con un assistente, ed è difficile capire il momento. Nei raduni ci diciamo sempre che il Var non deve essere amico dell’arbitro. Se gli vuoi bene rischi inconsciamente di non volergli far fare una figuraccia e non correggi un errore che potrebbe salvargli la partita. Ma il Var non è la moviola: deve riparare il chiaro errore, non infilarsi in situazioni discutibili».

Più facile fare l’arbitro o il Var?

«L’arbitro lo faccio da 30 anni, è la cosa con cui sono cresciuto: vai d’istinto, devi fidarti dell’impressione. Il Var è concettualmente l’opposto: vedi una cosa e poi fai una ricerca analitica, quasi maniacale su telecamere e angolazioni per trovare ciò che non hai visto. Un classico errore da Var, e mi è successo, è che vedi una cosa e dici: rigore. E se l’operatore non è bravo a darti subito l’immagine con l’angolazione giusta per valutare da un’altra prospettiva, puoi sbagliare. I Var migliori sono quelli che riescono ad andare alla ricerca di queste cose qui».

E chi sono?

«Verrebbe facile dire che il più bravo è Irrati visto che è anche stato scelto per la finale dei Mondiali. Poi i giovani sono più bravi dei vecchi, forse perché più aperti».

Un arbitro bravo come usa la tecnologia?

«Dopo aver deciso devi aprire la mente e dire subito: avrò mica sbagliato? Sennò magari rischi di convincere il tuo collega al Var che hai ragione tu e lo porti in errore o gli togli la forza di intervenire. Poi, devi essere bravo a richiudere la mente senza farti condizionare dall’aver visto male».

 

Notizie Calcio Napoli