L'attore James Franco: "Ho conosciuto la Napoli vera, ora voglio girare lì un film da regista"
James Franco protagonista in “Hey Joe”, film di Giovannesi che ha presentato ieri sera al cinema Metropolitan a Chiaia, sala sold out, ha parlato di quello che ha vissuto e visto a Napoli in questi mesi e di come abbia voglia di tornare.
James Franco, “Hey Joe”, è la storia di un padre e di un figlio, ma anche di una città che vive ancora le macerie, quelle interiori, oltre che del contrabbando, come si è preparato a questo film?
«Questo ruolo e Napoli mi hanno dato qualcosa di più come attore. Da studente a New York mi sono formato sui film del neorealismo, mi piacevano i film di Rossellini, De Sica, Pasolini. Abbiamo visto “Paisà” a casa di Braucci (con altri americani, aggiunge il regista, gli italiani erano in minoranza, ndr). Claudio Giovannesi, come Matteo Garrone in“Gomorra”, scelgono attori non professionisti, presi dalla strada, sono ispirati dalla realtà, stanno sempre addosso con la camera agli attori, in questo caso al protagonista. È uno stile italiano e molto europeo, mi ricorda i fratelli Dardenne. Questoapproccio ha fatto la differenza e mi ha fatto amare da subito questa storia».
E poi come è arrivato a Napoli ed è riuscito a recitare anche in italiano...
«Claudio è venuto a Los Angeles, holetto la storia, ci abbiamo lavorato un po’ insieme, gli ho dato anche i miei punti di vista. Poi ho imparato un po’ di italiano con una coac, Tatiana Lepore, che è anche attrice, per trovare il modo di mischiare italiano e inglese, e danzare tra queste duelingue. Per me è stata una sfida molto bella, amo i film che mi trasformano».
Come si gira tra le strade di Napoli?
«Adoro il modo in cui gira Claudio Giovannesi, e questa nuova cinematografia italiana che parte da Napoli, città unica, per questo voglio tornare a lavorarci. Se nel film il mio personaggio sembra a volte un pesce fuor d’acqua, nella realtà qui ho fatto tante amicizie, ho vissuto la città, quando Claudio me lo consentiva perché gira tanto, sei giorni alla settimana, a Napoli si gira più di Hollywood. Torno spesso per salutare gli amici, torno per i loro compleanni».
Quali sono le esperienze fuori dal set che ricorda di più, che Napoli ha conosciuto?
«Sono diventato amico di Egidio Giordano, che ha fatto lo street casting e trovato i piccoli ruoli per le figurazioni. Siamo andanti al ristorante ‘O Russ a mangiare O’ per e o’ muss,sono andato ogni domenica allo stadio, diventato amico del calciatore Giovanni Simeone. Ho visitato le Catacombe, il cimitero delle Fontanelle e il Cristo Velato. Non lo dimenticherò mai. Grazie a lui ho conosciuto la Napoli vera».
Napoli è anche figlia di “Gomorra”, tanti film e serie internazionali si girano, come “L’amica geniale” ma le nuove generazioni ancora non trovano un futuro facilmente, c’è anche povertà e disagio sociale, lo ha avvertito?
«C’è anche questo. Ma ci sono persone come Egidio e altri che non si occupano solo di cinema, aiutano i ragazzi ad avere una nuova occasione, per me sono come degli eroi».
Lei ha fatto più di cento film, ma anche tv, il cinema è minacciato dalle piattaforme e dai social, cosa vede nel futuro?
«Ho fatto tanta tv, serie, film al cinema, da attore e da regista, questo non accadrà. Lo dicevamo anche quando è nata la televisione e non è successo. Il cinema non morirà mai, e noi siamo qui ancora a parlarne».