L'editoriale di Corbo: "Il Napoli annuncia almeno 88 punti finali, Milik e Zielinski in confusione"

12.11.2018
11:40
Redazione

Di seguito vi proponiamo l'editoriale di Antonio Corbo per Repubblica: "Che l’allenatore sia cambiato, è noto da fine maggio.

Di seguito vi proponiamo l'editoriale di Antonio Corbo per Repubblica:

"Che l’allenatore sia cambiato, è noto da fine maggio. Solo in autunno avanzato molti si accorgono dei nuovi valori tecnici. Questo conferma che i tifosi italiani seguono il calcio internazionale solo per le scommesse. Conoscono i nomi delle squadre di mezzo mondo, non la qualità di chi le guida. Bastava osservare il rispetto degli opinionisti tv per capire: Ancelotti ha vinto 4 campionati in 4 diversi paesi. Come lui, solo Tom Ivic, Errnst Happel, José Mourinho e Giovanni Trapattoni. Indovinare formazioni e cambi non è solo fortuna, ma audacia e talento.

“Carlo Magno” era in Spagna, per la sua capacità di ribaltare una partita. È successo anche a Genova sabato. Dopo 12 gare e 28 punti, media 2,33 che ne annuncia almeno 88 alla fine, il Napoli è già ad un terzo del campionato. La sosta consente un primo bilancio.

1) L’atmosfera. Le voci di dentro segnalano un clima di ritrovata serenità. Ancelotti ha eliminato le barriere. Si rivolge con gli stessi modi garbati a titolari, riserve, tecnici e funzionari. Con i giocatori ha colloqui brevi ma sempre diretti. Non è un caso se Hamsik, Koulibaly e Callejòn hanno cambiato idea dopo il suo arrivo. Avevano chiesto di andar via. Sono rimasti e non c’è intervista senza un un cenno di stima verso l’allenatore. Quando si dice, il Gruppo.

2) Gli acquisti. Il Napoli non cerca una punta a gennaio, meno che mai Cavani. Ancelotti aspetta Verdi, Ounas ma anche Younes, il giovane tedesco in via di recupero. Se ha ragione pure stavolta, merita un premio: De Laurentiis ha dopo Chiavelli un altro consulente per il risparmio.

3) Il vuoto in attacco c’è, però. E va colmato. Il Napoli non può contare solo su Mertens e Insigne. Milik è sulle gambe e non s’intende con Insigne: come se non si conoscessero. Milik combatte molto da prima punta, ma ha una velocità di pensiero diversa. Il suo movimento ha un attimo di ritardo così come Mertens ha un attimo di anticipo. Lo scattista belga vive nel futuro dell’azione: sa prima degli altri dove farsi trovare.

4) Con un tandem Insigne-Mertens, il 4-4-2 attuale rivela un punto critico. Zielinski si trova a disagio come quarto a sinistra. Ruolo che lo porta a coprire 60 metri. Il polacco eccelle in uno spazio ridotto a 30. Va meglio quando il Napoli è sbilanciato in avanti e può giocare in linea con il tandem d’attacco in un 4-3-3, quello che chiedeva Ancelotti a Genova per la fase attiva. In quella passiva, il Napoli torna al 4-4-2: a Zielinskli tocca un rientro sui 60 metri. E va in confusione.

5) Fabiàn Ruiz ha determinato la svolta nella ripresa. È come Zielinski una mezzala di inserimento con due differenze: ha meno passo e frenesia, ma più visione e tiro.

6) In difesa bisogna eliminare i ricordi della gestione Sarri. I difensori sui cross guardano la palla e non l’avversario. Così Hysaj si è trovato a marcare davanti, un paradosso, il suo avversario Kouamé. Ed ha segnato facile di testa il 21enne ivoriano, attaccante molto più interessante del reclamizzato Piatek.

7) Nel nuovo corso svetta Koulibaly. Non solo è il difensore salvatutti, ma ormai avvia lui la costruzione. Si trova bene a Napoli. Sa di valere cento milioni, ma non si sente sul mercato né cerca acquirenti. Può essere già considerato una bandiera. E dire che nella primavera scorsa chiedeva di andar via. Poi è arrivato Ancelotti".

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