L'editoriale di Corbo: "Il Napoli non si arrenderà con la Juventus, sta cambiando il vento per i bianconeri..."

15.10.2018
13:10
Redazione

Vi proponiamo di seguito l'editoriale post Napoli-Sassuolo di Antonio Corbo per l'edizione odierna de La

Vi proponiamo di seguito l'editoriale post Napoli-Sassuolo di Antonio Corbo per l'edizione odierna de La Repubblica

"Che la Juventus sia in Italia la squadra più forte, è una verità che sconfina nei luoghi comuni. Che possa inciampare in una o più sconfitte è una ipotesi fondata, affascinante per le rivali di Napoli, Milano e Roma, persino auspicabile per un campionato che può sfiorire nella noia. Ma questa ipotesi si rafforza osservando la serie di coincidenze che fa sembrare vulnerabile anche una formazione accreditata da otto vittorie su otto. Ancelotti ha il pregio di non pensare che la Juve sia di un altro pianeta, ma dice che il suo Napoli non si arrenderà. Che lotterà fino in fondo. Che si terrà pronto a sfruttare ogni eventuale pausa dei campioni d’Italia. In questi giorni spuntano segnali interessanti dentro e fuori la Juve.

Il primo è la decisione della Corte sportiva d’Appello nazionale. Respinge il ricorso della Juve contro la chiusura per un turno della sua Curva Sud. Giusto, se la Juve perdona e difende tifosi che invocano un vulcano come un detersivo per città di Napoli (“Vesuvio lavali con il fuoco”) non può graziarli la magistratura sportiva. Ma c’è di più. L’11 ottobre i giudici di Appello bocciano il ricorso e raddoppiano da uno a due turni la sanzione. Sentenza corretta, ma per gli osservatori più acuti appare come una sberla al club più potente e riverito d’Italia.

Come dire: «La Juve è come gli altri, ed i suoi tifosi non sono diversi». Sta cambiando il vento. E il Napoli stavolta risale la corrente con una nuova politica federale. De Laurentiis non si concentra solo sulla Lega per riforme che migliorino i profitti, ma salta prima della Juventus sul vagone che il 22 ottobre darà alla Federazione il nuovo presidente. Gabriele Gravina, 65 anni, tarantino di Castellaneta, cinque promozioni con il Castel di Sangro, imprenditore e manager nel settore credito, ha profilo alto e idee.

Mentre Andrea Agnelli tergiversava, forse nella speranza di sostenere l’insostenibile Michele Uva, il direttore generale che non si è dimesso dopo il disastro della Nazionale, Aurelio De Laurentiis è stato tra i primi a puntare su Gravina. Ora sono grandi amici. Scelta giusta perché l’8 ottobre vi è stata una convergenza: candidato unico Gravina, grazie a Lega A, Pro e Dilettanti, con voto di allenatori e arbitri. Si astiene solo l’Associazione calciatori. De Laurentiis ha incontrato tre volte Gravina a Roma, si sentono anche due volte al giorno, li legano reciproca stima e programma di riforme. Campionati più snelli, giustizia sportiva ed Europei del 2028 in Italia.

È un caso, la sentenza anti-Juve conferma un nuovo indirizzo. La diversa politica federale, con il Napoli e le milanesi in prima fila, dovrebbe rendere più sereni anche gli arbitraggi. Non è serena invece la Juve, che non ha ancora spiegato l’improvvisa esclusione di Beppe Marotta dal vertice societario dopo sette scudetti, che paventa rivelazioni su presunte criticità nel rapporto con la tifoseria governata a sua volta da personaggi della ‘ndrina calabrese Bellocco-Pesce di Rosarno, che vede anche il suo Cristiano Ronaldo travolto da gossip e accuse di stupro come non gli era mai successo a Madrid. La stessa Juve vuol rivincere finalmente la Champions, e in primavera può esserne distratta. C’è tutto questo dietro le poche ma ferme parole di Carlo Ancelotti, informato dal presidente sui nuovi scenari. Quindi: il Napoli è secondo con sei punti in meno, ma non molla".

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