
Libro Spalletti, l'autore: "Un atteggiamento di De Laurentiis l'ha ferito profondamente, una sua frase mi ha stupito"
Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto Giancarlo Dotto.
Di seguito le sue parole:
«In tutti questi anni sono sempre stato molto vicino a Luciano Spalletti, soprattutto nella tribolata esperienza del libro. La testa di Luciano è molto complessa, lui vive di dubbi, di fantasmi e di ripensamenti. La decisione di scrivere il libro è stata molto sofferta. Dopo gli europei l’occasione di scriverlo era decisamente sfumata.
Rapporto tra De Laurentiis e Spalletti? Il tema è che tra Luciano Spalletti e Aurelio De Laurentiis non ha mai funzionato la chimica dal principio. Lo scudetto ha un po’ suturato questa frattura ma allo stesso tempo l’ha fatta esplodere. Se c’è qualcosa che manda in crisi tutti noi, quindi non solo Spalletti, è quando il nostro lavoro non viene riconosciuto.
Dopo un successo del genere che è stato importante per tutto il fenomeno di empatia e di partecipazione e non tanto per lo scudetto in sé, la frustrazione di Spalletti è stata quella di scoprire un Presidente che non era assolutamente in grado di esprimere privatamente e pubblicamente una minima forma di riconoscimento verso di lui, ovvero di qualcuno che al di là del fatto che ti paga per il lavoro che fai, riconosce la qualità e l’impegno del tuo lavoro.
Addirittura in quel periodo Luciano Spalletti a causa della sua natura maniacale e perfezionista si è ritirato nel suo eremo vivendo giorno e notte la dimensione Napoli. I capitoli sul Napoli per me che ho partecipato alla scrittura del libro sono i più belli.
L’episodio di quando lui è caduto in bicicletta, si è dovuto operare a Milano di notte e subito si è presentato alla partita contro il Liverpool è l’esempio più celebre della sua partecipazione in termini di stoicismo. Tutto questo, però, si tramuta in un atteggiamento da parte di De Laurentiis che ferisce profondamente Spalletti.
La frase in cui Spalletti ha rivelato che se De Laurentiis si fosse comportato diversamente, lui sarebbe rimasto a Napoli ha stupito anche me, poiché non ne aveva mai parlato con me o con qualcun altro. Quella rivelazione è uscita proprio in occasione del libro e ha lasciato sbalordito anche me.
È possibile che anche il carattere di Spalletti abbia influito sul suo rapporto con il Presidente del Napoli. Lui ha sempre avuto un carattere molto spinoso, a Roma c’è stata la questione di Totti e all’Inter quella di Icardi. Lui ha degli amici storici che gli vogliono bene, che lo amano ma che sanno anche quanto sia difficile poiché lui si è conquistato il suo paradiso al prezzo di grandi fatiche. Il titolo del libro è perfetto per raccontare la sua storia.
Le fatiche oggettive che ha voluto raccontare l’ex tecnico del Napoli non riguardano solo quelle dello scudetto, del Napoli e di tutto quello che è accaduto, ma anche quelle di convivere con sé stesso. Essere Spalletti è una fatica enorme per lui, la vive e sa quanto è complicato. Al di là dei fatti reali lui vive con dei fantasmi nella sua testa, con tanti pensieri reconditi che poi diventano centrali, tutto questo crea un filo spinato o dei campi minati che poi rendono difficili i rapporti con chi lavora e nei suoi rapporti personali.
A Luciano Spalletti, però, bisogna riconoscere due cose. La prima è che quando si getta in un’impresa, lo fa con una dedizione assoluta e a Napoli si è visto. La seconda è che quando si entra nella sostanza delle cose, lui è un uomo generoso».