Lippi: "La decisione di Benitez ci può stare, per quanto riguarda il mio futuro confermo quanto già detto"

01.04.2015
22:50
Redazione

Marcello Lippi, ex c.t. dell’Italia, ha rilasciato a “NapoliMagazine.Com” la seguente intervista.

- Che le è rimasto di cinese sulla pelle e nel cuore? Tutto già in archivio?

“Assolutamente no, che archivio. Tecnicamente non potevano darmi niente, ovvio. Loro sono indietro. Diciamo che è stato un completamento, più umano che altro. Ora però basta, mi hanno proposto un altro triennale, ma ho rinunciato. Mi mancava troppo l’Italia, la mia gente, la famiglia. Lì ero troppo lontano, ogni volta era un giorno di viaggio. Tre anni va bene, tre anni passano, ma di più no. Sarebbe stato troppo. Ora ho un’età… Così ho chiamato Cannavaro, sono rimasto con lui un paio di mesi per spiegargli le cose, e abbiamo fatto il passaggio”.

- Discorso in qualche modo simile a quello che sta facendo Benitez a Napoli: vuol tornare a Liverpool, dove ha la famiglia…

“Ci sta, ci sta, credetemi, anzi come dice Benitez, ci può stare”.

- Sabato c’è Roma-Napoli, come la vede?

“Per il secondo posto per me il discorso è ancora aperto, ci sono tante partite e ci sono anche la Lazio, la Fiorentina. E’ fondamentale, non decisiva ma determinante sì”.

- Con le panchine ha proprio chiuso davvero? Nessun ripensamento?

“Con quelle di club sì, finito. Ora mi faccio le vacanze, poi al rientro se capita un’offerta da una nazionale, con un bel progetto, si vedrà. O anche di club ma in un altro ruolo, che so, direttore tecnico…”.

- Fa venire in mente Sacchi: si ricorda lo stress, quando smise?

“Lo ricordo, lo ricordo, come lo ricorda tutto il calcio d’Italia. Ma no, la mia non è una questione di stress, ma proprio di lontananza, di chilometri e di tempo. Lo stress non è solo negativo: c’è il campo, la classifica, l’adrenalina, quella legata a queste cose è ancora bella da provare”.

- Il Napoli soffre sempre quando è attaccato in forze.

“La cosa determinante è l’equilibrio tra le componenti”.

- Difatti è la cosa che manca al Napoli, l’equilibrio.

“Tutte le squadre che adottano il 4-2-3-1 hanno questo problema, a livello europeo. Chi gioca col 4-2-3-1 ha gli stessi guai tattici. Finché stai bene fisicamente il modulo funziona. Appena cedi un pò però dietro concedi”.

- Non trova che la determinazione, la convinzione a giocare sempre in un solo modo, non sia una forza ma una debolezza di Benitez? Il dubbio spesso è sano.

“Se hai una squadra forte davanti, come lo è il Napoli, tu allenatore pensi che alla fine ti basterà sfruttare quello, fare un gol in più…”.

- Già, ma l’equilibrio spesso significa mediare, trovare un bilanciamento, non è così che si diventa top-tecnici?

“Sono d’accordo, ma se ti guardi in giro non ce ne sono molti capaci di, come dice, mediare tra le componenti. Non è giusto che Napoli se la prenda con Benitez”.

- A meno che sulla panchina non arrivi Lippi…

“No, no, sono legato a Napoli e ai napoletani, ma non mi metta in bocca parole che non ho detto. Per ora ho chiuso con i club. L’ho detto e lo confermo”.

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