Mihajlovic in conferenza: "C'è poco da fare, il Napoli è più forte di noi. Non mi dimetto, aspetto la società. Magari serve Freud..."
Sinisa Mihajlovic parla in conferenza stampa dopo la batosta subita contro il Napoli, ecco le sue parole riportate da Tmw: 5
Sull'esonero: "Non dipende da me, la società prenderà la sua decisione. Le dimissioni non le darò, non l'ho mai fatto e non lo farò oggi, poi la società farà le sue valutazioni".
Sul problema di testa: "Magari ci vuole Freud, io ci sto provando dall'inizio. Lavoro sulla testa, parlo con loro individualmente, provo a fargli capire le cose. Evidentemente non è cosi facile, mi aspettavo di risolvere prima questo problema, non siamo ancora vicini a farlo".
Sul cambio di modulo o cambio di testa: "Non è il modulo che ti fa vincere la gara, purtroppo abbiamo poche alternative. Cerci è adattato con il 4312, Balo era fuori. Quando un giorno torneranno gli infortunati allora si può anche cercare di cambiare qualcosa, ora sono poche".
Sulla chiamata con Berlusconi: "Se mi chiederà spiegazioni le dirò. Cerci? Era l'unico giocatore offensivo che abbiamo in panchina. Non è vero che abbiamo tolto equilibrio alla squadra, Cerci era l'unico giocatore offensivo che avevamo in panchina".
Sugli obiettivi: "Quando sei al Milan l'obiettivo è restare in alto, non può cambiare dopo sette giornate. Capisco che è difficile pensare un Milan in alto, però l'obiettivo resta quello. I giocatori che abbiamo preso sono importanti, il tempo è di meno e non so se ci sarà ancora tempo, però loro sul campo si allenano bene".
Sui valore della rosa che non si vede: "Quando si perde 4-0 non si vede. Oggi la squadra entrata in campo è la migliora che avevamo. Primo tempo bene, nella ripresa dopo il 2-0 è finita la gara. Emotivamente siamo deboli".
Sulla sconfitta: "C'è poco da dire, sono più forti di noi. Hanno fatto la differenza i loro attaccanti e la nostra fase difensiva. Abbiamo regalato il primo gol, dopo il secondo è finita la partita. Siamo deboli di testa. Solo lavorando si può migliorare, dobbiamo capire i problemi dei giocatori. Ma si vede che non basta".