Montervino: "Essere stato il capitano del Napoli è stato un privilegio. Cori discriminatori? Chi li fa ha complessi di inferiorità"

05.02.2016
15:30
Redazione

Sorrisi, emozioni, amarcord e un sogno da coltivare per il prossimo futuro. Si è chiusa sull'onda di questi stati d'animo la mostra "L'Azzurro fa 90", celebrativa dell'importante anniversario del Napoli, tenutasi sino a giovedì 4 febbraio presso il Centro Commerciale "La Cartiera" di Pompei. Si è chiusa nel segno del più grande, Diego Maradona: l'incontro-dibattito, moderato da Ornella Mancini e da Gianluca Gifuni, ha visto la partecipazione del manager di Maradona, Stefano Ceci (autore del libro “Maradona, il sogno di un bambino"), di Hugo Maradona, ma anche di Francesco Montervino che ha rilasciato alcune dichiarazioni: "Sono pugliese ma mi sento napoletano e sono orgoglioso di aver fatto parte della storia azzurra, nel trapasso dalla vecchia alla nuova società. Essere stato il capitano è stato un privilegio, il momento più bello per me è la promozione in serie A del 2007. La sfida con la Juve sarà lunga e difficile, ma gli azzurri non devono avere paura, anzi. Sono i bianconeri che devono rispettare Higuain e compagni e sono convinto che giocheranno in modo affatto presuntuoso contro la squadra di Sarri. I cori discriminatori? Segno di inciviltà ma soprattutto simbolo del complesso di inferiorità di coloro che li cantano".

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