Oronzo Canà scherza: "Sinisa, fai il 5-5-5 con bi-zona rock contro il Napoli"

25.04.2015
21:37
Redazione

Ha inventato il modulo 5-5-5 e la bi-zona. Con il suo personaggio Oronzo Canà ha fatto appassionare al calcio persino chi non lo seguiva. Lino Banfi, nome d’arte di Pasquale Zagaria, 78 anni, ora è anche diventato “padrino” della Sampdoria di Massimo Ferrero dopo che l’effervescente Viperetta lo ha indicato come «prossimo allenatore della Samp». Una sparata, quella di Ferrero, per abbassare i toni del tormentone sul futuro di Mihajlovic e rimettere in pista uno dei personaggi più amati da milioni di tifosi italiani.

Allora, pronto per la Samp? 
«Certamente, ho già le idee chiare su cosa servirà alla squadra per fare al meglio la bi-zona. Certo, vista l’età forse converrebbe spedirmi non in panchina ma a Coverciano, a dare ordini a tutti e insegnare ai nuovi allenatori...».

Il rapporto con Ferrero? 

«Io e Massimo ci conosciamo da tanti anni per il cinema, adesso ci siamo ritrovati perché ho appena fatto una parte nel simpaticissimo film di sua figlia, “Le frise ignoranti”. Ricordo ancora la volta che mi chiamò al telefono il giorno dopo che avevo confessato in tv al Costanzo Show di non aver mai mangiato la nutella. La segretaria mi disse “le passo Ferrero”, pensavo fosse quello della cioccolata che si lamentava o mi proponeva una pubblicità. E invece era lui che tra un “li mortacci tua” e l’altro mi proponeva un film. Massimo è così, ti stupisce sempre».

Che deve fare Mihajlovic per vincere il derby del cinema col Napoli di De Laurentiis...

«Mihajlovic non è ancora un allievo di Oronzo Canà ma può diventarlo. Carletto Ancelotti per esempio lo è: quando era al Psg gli mandai un telegramma con scritto “non scordare il 5-5-5” e lui molto simpaticamente esibì quello scritto in conferenza stampa. Se Sinisa vuole può copiarlo però con un piccolo accorgimento: per vincere al San Paolo serve una versione “rock and roll” della bi-zona. Quando non corrono, i giocatori devono ballare per recuperare».

Va mai allo stadio? 
«Non più da quando ci sono i telefonini e la moda dei selfie. Io mi fermo sempre per una foto con la gente per strada ma i telefonini ce l’hanno tutti e ormai impiego due ore dal parcheggio alla tribuna. E poi i selfie del mio faccione in primo piano mi fanno vedere come sono ridotto, grasso e vecchio, e non mi posso proprio guardare. Così me ne sto a casa ma a Genova verrò volentieri a vedere la Samp appena capita».

 

Fonte : Il secolo XIX
Notizie Calcio Napoli