Osimhen giura amore: "Napoli è una città dove restare per tanti anni, vi spiego perché amo Spalletti! Scudetto? Giochiamo come se fossimo in zona retrocessione!"

23.03.2023
15:05
Manuel Guardasole

Ultime notizie SSC Napoli - Intervista da brividi di Victor Osimhen che giura amore alla città e al popolo partenopeo: le dichiarazioni

Ultime notizie Napoli - Victor Osimhen ha rilasciato una lunga intervista in Nigeria dal ritiro della Nazionale, giurando amore al Napoli e raccontando questa stagione e le difficoltà dei primi anni in azzurro con gli infortuni. Ma soprattutto parlando di Spalletti, dello spogliatoio, di scudetto e Champions League e della città e dei tifosi del Napoli.

Intervista Osimhen: giura amore a Napoli

Ecco quanto tradotto da CalcioNapoli24 dell'intervista dei colleghi di Elegebete Tv Sports a Victor Osimhen:

Victor quando ti sei trasferito in Italia, molte cose ti sono successe: due volte ti sei infortunato, poi il Covid-19, poi il problema all'occhio con le 18 viti sulla faccia. Come hai fatto a superare tutte queste paure e a diventare la bestia che sei ora, chiaramente la bestia nel senso positivo del termine.

"Prima di tutto direi che Dio è la ragione per cui sono così grande, è grazie a Dio. E poi sì ho avuto tanti problemi, da quando sono arrivato in Europa. Ricordo che quando sono arrivato in Germania, ho avuto un intervento chirurgico, tre volte sul mio ginocchio destro. Un problema alla spalla che ha richiesto un intervento chirurgico. Quelle cose che ho passato credo che mi abbiano davvero plasmato per essere il tipo di persona che sono oggi e quando mi sono trasferito in Italia è stato tutto diverso, un'altra perché poi mi trasferisco in un altro livello più alto rispetto a dove ero prima così. Ovviamente a volte pianifichiamo una sorta di piano, con cose positive e buone per te stesso e alla fine della giornata ci sono alcune prove e problemi che arrivano e che devi gestire. Ho avuto il Covid in Italia, ho avuto un infortunio alla mano destra che mi ha tenuto fuori per quasi tre mesi. Un momento difficile, ma sapevo che io sono il tipo di persona che non importa cosa sta accadendo adesso nella mia vita, anche durante le cose brutte, perché ho sempre speranza. Credo sempre in me stesso, quindi ho dovuto sperare: quando tornerò, sarò sicuramente più forte. Tutte le cose che mi sono successe, i miei sogni, i problemi, definiscono la mia carriera, la mia vita. Non permetto a nessuno di stroncare i miei desideri. Sapevo che quando sarei tornato avrei avuto la possibilità di realizzare i miei desideri e mettere a tacere chi non credeva in me, facendo bene.

Dopo il 2020, la stagione successiva è stata fantastica per me, è stato davvero bello e ora questa stagione. La scorsa invece ho avuto questo brutto intervento al mio viso, un brutto momento. Con un intervento chirurgico. È stato davvero un momento difficile per me, ma sono felice di essere stato circondato dai miei cari, questo è ciò che mi ha aiutato a guarire più velocemente. E sono felice di avere una maschera che mi protegga dal mio attuale infortunio. Nessuno lo vede e io sto andando così bene, sono estremamente orgoglioso di me stesso, che sto mettendo su questi numeri pazzeschi per il mio bene e per il Napoli, per la mia squadra. E adesso siamo in corsa per diventare campioni e festeggiare. Darò tutto me stesso nelle prossime gare per assicurarmi che i miei sogni e le mie aspirazioni si avverino e non vedo l'ora!".

Victor, 21 gol in 23 partite di Serie A e senza rigori. Siete ai quarti di Champions League, per la prima volta nella storia del Napoli. L'ultima volta che ha vinto lo scudetto è stato 23 anni fa. Adesso siete vicini ad essere campioni in Serie A e potreste vincere anche in Champions. Cosa vi dite nello spogliatoio voi calciatori, ne parlate in vista delle prossime ultime gare?

"Ora il campionato sta diventando una realtà, lo sai. Ma io amo qualcosa del mio allenatore Spalletti perché lui ha questo tipo di mentalità: lui non crede che sia fatta finché non è davvero fatta. E questo l'ha trasmesso a tutto lo spogliatoio. Nessuno nello spogliatoio arriva e si permette di dire come si faceva al liceo quanto siamo bravi e tutto. Quindi stiamo lavorando ancor più duramente in allenamento, come se dovessimo salvarci dalla zona retrocessione! Questa è davvero la chiave, il segreto e la mentalità di tutta la squadra. E quelli come me che sono da tre anni o più a Napoli, come Anguissa, il capitano Di Lorenzo, lo stesso Mario Rui, stanno cercando di entrare nella testa degli altri compagni per far capire loro cosa abbiamo passato nelle scorse stagioni, dove giocavamo, vivevamo. Cosa significa giocare qui e vincere qui. Questa è la mentalità giusta, che ci è stata davvero utile da inizio stagione e adesso che il sogno sta iniziando a diventare realtà possiamo sperarci e fare in modo che facciamo bene nelle prossime gare, per diventare campioni".

Quest'anno durante un riscaldamento hai colpito una tifosa, sei andata a soccorrerla sugli spalti e gli hai ordinato pizza e lasagna chiedendo il numero. E poi c'è la storia della bandiera col tuo nome. Ci racconti com'è andata?

"Sì, contro lo Spezia (sorride, ndr), ho calciato e colpito la palla troppo forte da arrivare sugli spalti e colpire una signora che era lì in piedi e non ha visto arrivare la palla. L'ho notato ed era una signora, poteva essere mia madre e mi sono sentito male! Avevo bisogno di rassicurarmi e mostrarle il mio dispiacere, sono davvero fwlice che abbia accettato. Lei mi ha risposti: è normale quando vieni allo stadio. E io le ho risposto che no, non è normale perché non se lo aspettava e io ero davvero dispiaciuto. Poi si è divertita. Sì ho visto un tifoso con la bandiera mia allo stadio, incredibile il supporto e l'amore che ricevo dalle persone, che mi stanno dimostrando amore. Non lo dimenticherò mai. C'è chi ha deciso di mostrarmelo in ogni modo, con una canzone o con una preghiera per me. Beh, quando vedo queste cose mi limito a dire che voglio fare qualcosa di straordinario per ricambiare l'amore e il sostegno che ricevo. Ho cercato il numero del ragazzo della bandiera per contattarlo, poi l'abbiamo visto dopo la partita contro l'Atalanta: gli ho dato la mia maglia e abbiamo parlato un po'!".

C'è la maschera di Zorro e adesso la maschera di Osimhen: pensi di toglierla o perché ormai è diventata un brand e parte di te la terrai?

"La questione è che ormai è diventata la mia identità, insieme ai miei capelli biondi. Molte iniziative divertenti sono state fatte in questi mesi col mio viso, anche i miei compagni mi mandano foto e video! Una sensazione incredibile, sentire di essere d'ispirazione con questa maschera e ne sono davvero felice. Penso che terrò la maschera per loro!".

Intervista Osimhen in Nigeria sul Napoli

Napoli ti ricorda Lagos, anche per i vibes della gente rispetto alla tranquilla Germania?

"Napoli è un Paese, è diversa! C'è un tipo di sentimento e sensazioni completamente diverse da ogni posto. Quando vai a giocare lì, capisci perché molti calciatori decidono di restare tanti anni lì. Perché a Napoli il loro modo di dimostrare amore ai calciatori è veramente incredibile. Loro giocano a calcio e amano il calcio davvero tanto. Amano l'abbigliamento, e sai: vai in città, vedi come loro idolatrano Maradona ed è incredibile per me. Non ho mai visto nulla di simile prima in vita mia. C'è un murales di Maradona enorme in città, è incredibile. Dimostra che quando tu fai così tanto per loro, per questo popolo, per questa squadra, li rendi felici. Puoi esser sicuro che ti daranno amore e supporto di cui avevi bisogno. Ogni volta che io ho giocato che io mi sia fatto male o abbia sbagliato un gol, loro cantano il mio nome e questo non è scontato. Io davvero sono riconoscente all'amore che loro mi dimostrano. L'unico modo che ho per ripagarli è renderli felici in campo e realizzare il sogno che hanno ormai da tanti anni che sta diventando realtà. E voglio assicurarmi di dargli loro ciò che desiderano, farò di tutto".

Notizie Calcio Napoli