Palermo, Zamparini: "I conti del club sono tra i migliori d'Italia: basta, perchè volete farmi questo?"

07.06.2017
10:40
Redazione
Il presidente Maurizio Zamparini ha parlato all'edizione palermitana de La Repubblica: «Fallimento? Tutto falso. Il Palermo sta benissimo. Non abbiamo certamente 120 milioni di debiti. In un bilancio, debiti e crediti si bilanciano. Non ci si può limitare a guardare la colonna dei debiti. Bisogna guardare anche quella dei crediti. Il nostro è un bilancio ottimo. Uno dei migliori tra quelli delle società di calcio».
 
Allora cosa succede intorno alla sua società?
«Questo me lo sto chiedendo anche io. Me lo chiedo soprattutto perché siamo in una fase molto delicata della vendita del Palermo. I bilanci sono pubblici e basta guardarli con attenzione per capire che non siamo vicini al fallimento».
 
Ammetterà che non sono tutte rose e fiori?
«Sono io il primo a dirlo. È vero che non ho più la possibilità di investire nella squadra ed è per questo che voglio vendere. È altrettanto vero che non abbiamo problemi di liquidità. Nel conto del Palermo in questo momento ci sono diciassette milioni di euro. Anche non vendendo, con le plusvalenze e con il paracadute, potrei andare avanti con un bilancio sano. Quello che mi chiedo è altro ».
 
Cosa?
«Perché dopo quindici anni nei quali ho dato tanto alla città Palermo mi fa questo? Sono una persona onesta e chiedo almeno rispetto. Sto cercando di vendere perché sono stanco, ma anche perché le persone che arriveranno potranno dare continuità e dare amore al Palermo. Perché gettare fango sulla mia persona in un momento delicatissimo come questo?».
 
Non le sembra comunque arrivato il momento di passare la mano?
«Lo penso da tempo. Di questo calcio ne ho piene le balle. Venerdì compirò 76 anni e sono veramente stanco di questo mondo e di queste porcherie. Indipendentemente da dove arrivino. Oggi (ieri n.d.r.) sono andato a Losanna per la vicenda legata a Dybala e ai suoi procuratori e le ho cantate al Tas. Gli unici debiti che ho sono con i procuratori che sono degli estorsori».
 
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