Pavarese: "Volevo il Real, ma la squadra non seguì Maradona. Il gruppo di Sarri è forte, i madrileni tifano un po' in Italia per gli azzurri"

12.12.2016
23:20
Redazione

Luigi Pavarese, ex direttore sportivo del Napoli, è intervenuto a "Fuori Gara": "All'epoca ricordo che auspicavamo, nel sorteggio, il Real Madrid, perché avremmo giocato al Bernabeu a porte chiuse. Andò proprio così ma la squadra, nonostante le raccomandazioni che Maradona impartì ai propri compagni, pregiudicò il passaggio del turno. Gli spagnoli non erano gli stessi di adesso, il Napoli aveva il più forte giocatore al mondo ma quella partita finì male. Ricordo un gol a porta vuota fallito da Giordano, ma anche il ritorno al San Paolo, davanti a 100mila spettatori, con gol di Francini ed altre occasioni con Careca. Il sogno finì col gol di Butragueño. Ora sarà un'altra storia perché il Real Madrid è la squadra più blasonata d'Europa ma il Napoli saprà farsi trovar pronto e credo sarà un bel vedere ed una qualificazione che si giocherà fino all'ultimo. Sicuramente il Real Madrid avrà grande rispetto di una squadra che vanta uno come Reina in porta che gode di grande rispetto in Spagna. Inoltre c'è Callejon ed anche Albiol, entrambi ex dell'incontro. Il Napoli non è una squadra sconosciuta, sono convinto che i madrileni tifino anche un po' per il Napoli in Italia. Il vantaggio di queste gare è che si giocheranno in 180 minuti con la prospettiva del ritorno in casa, al San Paolo. Milik sarà reduce da un infortunio molto serio. Per esperienza, i giocatori possono dare subito risultati soddisfacenti e poi calare oppure avere difficoltà i primi due mesi e poi emergere sul finire della stagione. Auguriamoci che Milik sia in grado di riprendersi presto. Da un punto di vista estetico il Napoli resta la squadra più bella ma bisogna essere più cinici. Il Napoli non merita questo distacco dalla Juventus. Da agosto sostengo che questo campionato è composto da diciannove squadre e tra queste il Napoli è la più forte. Hamsik? Al di là dei numeri il suo traguardo dà il senso di quanto lo slovacco sia forte. Marek è il fiore all'occhiello dell'era De Laurentiis".

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