Luciano Spalletti prefazione libro Lamberto Piovanelli
Luciano Spalletti prefazione libro Lamberto Piovanelli

Piovanelli: "Spalletti, il Gullit della D: ecco perché l'ho scelto per prefazione libro. Cholito? Papà Diego era un napoletano a Pisa" | ESCLUSIVA

09.09.2022
10:00
Bruno Galvan

Intervista esclusiva a Lamberto Piovanelli che racconta il suo libro con la prefazione di Luciano Spalletti

Chi l'avrebbe mai immaginato di leggere un libro su Lamberto Piovanelli? I più giovani sicuramente non lo ricorderanno, ma Lamberto è stato un attaccante che ha militato in serie A e B segnando tanti gol. A Pisa è una vera e propria istituzione perchè una sua rete valse la promozione in serie A della squadra nerazzurra. Oggi gestisce con sua moglie Michela una panetteria. Il suo legame con il calcio è cambiato "Mi sono disaffezionato, non è il mondo di qualche anno fa" ma i suoi aneddoti hanno sempre catturato l'attenzione di amici e di chi, passando per il negozio, gli chiedesse un parere calcistico su Tizio o Caio.

Come è nata l'idea di scrivere il libro "Lamberto Piovanelli, una vita all'attacco?"

"Scriverlo è sempre stata una mia idea, ma quando ero lì per farlo mi perdevo sempre. La svolta è nata un anno fa quando conobbi due editrici per puro caso andando ad una presentazioni del libro del mio amico Paolo Conticini. Se non che, parlando del più e del meno, mi sono ritrovato finalmente a scrivere gli aneddoti, le gioie ed anche le delusioni della mia carriera. A settembre facemmo la prima riunione ed a giugno il libro era già in vendita"

C'è un capitolo di questo libro che senti più tuo come emozioni vissute?

"Quello in cui parlo del Pisa. Era il primo anno qui, venivo dall'Atalanta. Sono diventato un idolo per il gol che segnai a Cremona nell'ultima di campionato. Loro erano davanti un punto a noi. Ci giocammo tutto. Andammo in serie A grazie al mio gol. Ecco, questo capitolo è quello che affettivamente porto nel mio cuore. Pisa mi ha dato le più grandi soddisfazioni della mia carriera"

C'è qualcuno che ti ha deluso nel mondo del calcio?

"Dopo una discreta annata al Pisa, dovevo scegliere se andare a giocare alla Fiorentina o alla Juventus. Da fiorentino di nascita feci uan scelta impopolare sposando la causa bianconera. Feci il più grande errore della mia carriera. A Torino fui trattato davvero malissimo".

Come è nata l'idea di far scrivere la prefazione a Luciano Spalletti?

"Con lui ho un'amicizia che dura dai primi anni ottanta. Abbiamo giocato insieme nel Castelfiorentino. Ho conosciuto tutta la sua famiglia. Lo reputo una grande persona, professionalmente è uno che insegna calcio. Quando venne fuori l'idea del libro pensammo un po' al personaggio che avrebbe potuto scriverci la prefazione. Il primo nome a cui ho pensato è stato Spalletti. Avendolo conosciuto da calciatore so perfettamente cosa pensa in campo e non solo"

Che calciatore era Spalletti?

"Siamo stati due anni nel Castelfiorentino, lui era nel pieno della sua carriera. Ti posso garantire che era un calciatore di grandissimo livello, in serie D della Toscana era tra i più quotati. Aveva uno strapotere fisico della madonna, una tecnica con entrambi i piedi importanti, era un Gullit dell'Interregionale".

Hai qualche aneddoto a riguardo?

"A livello di gruppo penso che Luciano non abbia eguali. E' sempre riuscito a creare ottime relazioni perchè sa come rapportarsi con il più anziano ed il più giovane alle prime armi. Non è una roba comune perchè all'epoca per fare certi campionati dovevi avere le palle quadrate. La dote più grande di Spalletti è sempre stata la capacità di creare rapporti umani forti. Anche da allenatore si è portato dietro questo aspetto" 

Quale è stata la sua reazione quando gli hai chiesto di farti la prefazione?

"Mi ha fatto soffrire fino all'ultimo giorno! (ride ndr). Bisognava andare in stampa e la prefazione non era ancora pronta, mi ha mandato tutto in extremis. in pieno recupero se vogliamo dirla in termini calcistici. Quello che mi ha scritto testimonia l'amicizia vera che c'è tra di noi. Vederlo al Napoli mi fa enormemente piacere. La vittoria sul Liverpool ha riconciliato un po' tutti noi italiani visto che tra Nazionale e squadre di club non ce la passiamo benissimo. Ha dato una lezione di gioco ad una corazzata come il Liverpool"

Per altro è andato in panchina con una clavicola rotta

"Non è una novità. E' uno che non conosce ostacoli. Un altro allenatore magari se ne stava seduto oppure dava forfait. Luciano sembrava quasi non avesse niente mercoledì sera. Bastava poco che buttasse via le stampelle (ride ndr)"

Parlavi del Liverpool e non posso non farti una domanda su Cholito Simeone. Tu a Pisa hai avuto suo padre come compagno di squadra

"Al primo allenamento dissi a Diego che lui era più napoletano che argentino. Era giovane, ma aveva gli attributi per reggere pressioni e tutto il resto. Era, come dite voi, un vero e proprio figlio 'è 'ntrocchia"

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