"Questo è imprendibile". Bucchioni svela: "Lo vidi anni fa, se il Napoli lo prende fa il colpo"

19.06.2025
14:30
Redazione

Calciomercato Napoli, il commento di Enzo Bucchioni

Ultimissime Calcio Napoli - A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Enzo Bucchioni, giornalista e scrittore. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Direttore, la Juventus ha regalato una gran bella gioia ai propri tifosi rifilando un 5-0 all’Al-Ain, con una doppietta di Kolo Muani. Le chiedo: secondo lei, l’attaccante francese di proprietà del Paris Saint-Germain ha possibilità di restare in bianconero anche nella prossima stagione?

"Il giocatore ha qualità, lo si era già visto. È arrivato in Italia e sembrava potesse fare la differenza. Poi forse è rimasto un po’ coinvolto nella crisi della Juventus, tutto quello che è successo, il cambio allenatore e via dicendo. Ma è un calciatore che, per la velocità e la capacità che ha nel vedere la porta, può essere davvero utile. Io lo terrei.

Però bisogna inquadrarlo in un contesto più ampio: cosa vuole fare la Juventus? Quali sono i suoi obiettivi? Oggi fatichiamo a capirlo.
Si parla di numeri, di algoritmi per scegliere dirigenti e calciatori, ma la Juventus non ha ancora un direttore sportivo né un direttore tecnico, e non si sa che tipo di squadra si voglia costruire. Puntare sui giovani? Fare un mercato importante?

Osimhen, ad esempio, era un nome forte, ora sembra sparito dal radar bianconero. Ecco, in questo momento di transizione, faccio fatica a comprendere dove voglia andare la Juve. Kolo Muani magari puoi anche provare a tenerlo un altro anno in prestito dal PSG, potrebbe anche esserci un’operazione di quel tipo.
 

Quanto al perché di questa grande prestazione contro l’Al-Ain: da una parte ci sono squadre come l’Inter, un po’ scariche dopo una stagione intensa; dall’altra la Juventus, che ha motivazioni forti. È un nuovo ciclo, c’è una spinta interna, un cambiamento che parte dai programmi e coinvolge anche i giocatori. Chi è in discussione deve dimostrare di meritare la maglia. Quindi sì, mi aspettavo una prestazione così: la motivazione fa la differenza, è la scintilla della prestazione sportiva. E oggi la Juventus ne ha da vendere".

La incalzo su Osimhen. Quanto è concreta, secondo lei, la possibilità che il nigeriano possa vestire la maglia della Juventus?

"In questo momento è più lontana rispetto a prima. Quando c’era Giuntoli se ne parlava con più insistenza. Ricorderai che fu proprio l’ex direttore a lasciarsi andare a una dichiarazione del genere, cosa che secondo me non va mai fatta: se scopri le carte del mercato, ti metti subito in difficoltà. Disse qualcosa tipo “lo vedremo l’anno prossimo”, ma, poi, in effetti non è durato molto nemmeno lui.

Osimhen era un nome caldo, anche perché lo aveva portato lui a Napoli. Poteva esserci qualcosa. Ora mi sembra che l’orientamento della Juventus sia diverso. Oggi, ad esempio, è tornato fuori il nome di Núñez. Ma tanto questo è anche il bello del calciomercato: nomi che vanno e che vengono. Però, per una Juventus che vuole tornare grande – e parliamo di un club che significa tantissimo per il calcio italiano, un brand storico – oggi manca qualcosa. Diciamolo: da due o tre anni questa squadra è un po’ triste. Avrebbe bisogno di uno come Osimhen, un frontman, un uomo copertina. Uno capace di coagulare sogni, emozioni e aspettative.
Se dai ai tifosi solo nomi di secondo piano o giovani da aspettare, non sei più la Juventus.

Allargo anche il concetto all’allenatore: in questo momento la Juve non ha una prima scelta in panchina, e pensando al passato, io avrei preso anche un grande nome. Provocatoriamente ti dico: fossi stato nella Juve, avrei provato a prendere Klopp – sapendo che non sarebbe venuto, ovviamente – ma per dire che sarebbe servito un profilo forte. Servono figure che trascinino. Anche Osimhen, per la teatralità del personaggio, sarebbe perfetto. Invece si torna a parlare di algoritmi, che danno una sensazione fredda, costruita. I tifosi vanno lasciati sognare. Dategli gas".

Ha parlato anche di Darwin Núñez, che sembra vicino al Napoli secondo varie fonti. Secondo lei è un’operazione possibile?

"Sì, perché se ne parla da tanto e perché piace ad Antonio Conte. E qui bisogna seguire le idee dell’allenatore. Avete visto il tipo di giocatori che ha fatto prendere: parliamo di un perfezionista, quasi maniacale, e lo dico in senso positivo. Quando prende un giocatore, Conte lo analizza e rianalizza: nei movimenti, nella capacità di integrarsi con gli altri, nelle qualità.

Ma non basta che un calciatore abbia qualità – quello lo vediamo tutti – il segreto è inserirlo nel contesto giusto, al servizio della squadra. E io credo che Núñez risponda perfettamente a ciò che serve a un attaccante del Napoli: non solo fare gol, ma anche integrarsi nei movimenti collettivi. Se Conte lo ha puntato, vuol dire che lo ritiene perfetto per la sua identità di gioco".

Sugli esterni d’attacco, il Napoli dovrebbe fare almeno due innesti. I nomi sono molti. Secondo lei, quali sono i più concreti?

"Io parlo soprattutto di Ndoye. È un giocatore che mi piace moltissimo. Lo conoscevo già prima che arrivasse a Bologna: lo vidi in Conference League con il Basilea, e pensai subito “questo lo prendono in pochi, è fortissimo”. Poi lo ha preso il Bologna e, nel frattempo, lui è cresciuto molto.
Non tanto nelle qualità tecniche, che erano già evidenti, ma nella capacità di interpretare le partite. Con Italiano ha fatto un grande salto, soprattutto nella fase difensiva.

Sa muoversi, sa lavorare nella catena di destra, ma può giocare anche a sinistra. È pronto, anche mentalmente e tatticamente, per Antonio Conte.
Io lo prenderei. È già abituato al campionato italiano, che è un plus: tanti stranieri impiegano mesi per adattarsi, lui no. So che è nella lista del Napoli e di Manna, però portarlo via da Bologna non sarà semplice. Anche lì stanno costruendo qualcosa di importante. Hanno fatto una grande stagione, hanno vinto la Coppa Italia, e se cominci a vendere i pezzi migliori rischi di ridimensionarti.

Ndoye, però, ha bisogno di crescere ancora, e questo è il momento giusto per farlo andando in un grande club. Se il Bologna decidesse di cederlo, lo farebbe per una cifra importante. Ma con Giovanni Sartori, immagino non avrebbero grosse difficoltà a trovare un sostituto all’altezza. Sartori non sbaglia quasi mai. È il numero uno, un mago del mercato.

Guarda cosa ha fatto con Castro: lo ha preso a gennaio, quando nessuno lo conosceva, pensando già alla cessione futura di Zirkzee. È così che lavora.
Oggi Sartori ha sicuramente già un paio di nomi in testa per sostituire Ndoye. È la sua storia: Chievo, Atalanta, ora Bologna. Fa crescere i club attraverso il mercato, reinvestendo e valorizzando. È una garanzia assoluta". 

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