Rastelli: "Conte ha fatto una scelta saggia quando ha perso elementi chiave. Su Lukaku commettiamo un errore"

20.02.2025
14:40
Redazione

A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Massimo Rastelli, ex allenatore del Cagliari ed ex calciatore, fra le tante, di Napoli e Como. Di seguito, un estratto dell'intervista.

La settimana di Champions League è stata particolarmente dura per le squadre italiane. L'anno scorso, con un posto in più in Champions e le grandi prestazioni delle italiane nelle coppe europee, sembrava che il nostro calcio fosse in ripresa. Possiamo dire che sia stato solo un episodio isolato? "Il calcio ci ha insegnato che ci sono momenti positivi e altri meno. Forse le squadre italiane, in questa fase, non sono arrivate al top della condizione psicofisica. Tuttavia, sono state tre gare equilibrate, decise da alcuni episodi. Il Milan, per esempio, sembrava avere la partita in mano, ma l'espulsione di Theo Hernandez ha condizionato il resto della gara. L'Atalanta ha dovuto affrontare un periodo difficile a causa di molti infortuni e un calendario fitto di impegni, e questo ha influito sulle sue prestazioni, non solo fisicamente ma anche mentalmente. La Juventus, invece, ha mostrato le sue caratteristiche di questa stagione: gioca un grande primo tempo, ma poi fatica a gestire determinati momenti della gara, mancando di personalità. L'anno scorso il percorso delle italiane è stato straordinario, ma ora la situazione è diversa. In Champions League, a questo punto, ci rimane solo l'Inter, che ha l'organico, la personalità e l'esperienza per arrivare fino in fondo. E ovviamente ce lo auguriamo per il calcio italiano."

Domenica il Napoli, primo in classifica in Serie A, affronterà il Como, una delle squadre rivelazione della stagione e protagonista di un ottimo mercato invernale. Quali insidie nasconde questa partita per gli uomini di Conte? "Il Como è una squadra che gioca un bel calcio e ha una chiara identità. Non ha timori reverenziali nei confronti delle squadre più blasonate, anche se resta comunque una neopromossa e, in certe partite, paga lo scotto del salto di categoria. Ha fatto un mercato importante, investendo molto, a dimostrazione della solidità della società. L’obiettivo è costruire una realtà ambiziosa. Per il Napoli sarà una sfida da non sottovalutare, perché il Como cercherà di imporre il proprio gioco e attaccare con tanti uomini. Questo, però, potrebbe lasciare degli spazi e il Napoli dovrà essere bravo a sfruttarli nei momenti giusti."*

Il Como è dunque una squadra in crescita, reduce da una rapida ascesa dalla Serie B alla Serie A. Quale obiettivo deve porsi in questa stagione? "La priorità del Como è consolidare la categoria e gettare le basi per il futuro. La posizione in classifica è ancora delicata: bastano un paio di sconfitte per essere risucchiati nella lotta per la salvezza. È una fase cruciale per costruire un’identità e uno status ben definiti. Al momento, gioca con la mentalità di una grande squadra, ma rischia di vanificare gli sforzi a causa della poca concretezza sotto porta. Ha creato molte occasioni, ma non sempre le ha sfruttate, finendo per essere penalizzato e perdere partite alla sua portata."

Obtorto collo, il Napoli di Conte ha dovuto adattarsi alle circostanze, rispolverando il 3-5-2 per sfruttare al meglio i giocatori a disposizione. Quanto è importante questa flessibilità tattica? "Un allenatore deve sempre capire il momento storico che sta vivendo la sua squadra. Conte conosce alla perfezione lo stato fisico e mentale di ogni giocatore. Quando ha perso alcuni elementi chiave, ha capito che mantenere lo stesso sistema di gioco sarebbe stato rischioso. Piuttosto che schierare calciatori fuori condizione, ha preferito dare alla squadra un assetto diverso, mettendo ogni uomo al posto giusto. Credo che abbia fatto la scelta più saggia."

Conte, poi, ha anche dovuto fare i conti con la cessione di Kvaratskhelia e ha dovuto reinventare la squadra. Un altro grande investimento del Napoli è stato Romelu Lukaku. Secondo lei, il belga ha rispettato le aspettative? "L’errore che facciamo è pensare ancora al Lukaku dell’Inter, quello che si trascinava dietro tre o quattro giocatori e portava palla fino in porta. Ma quel Lukaku aveva cinque anni di meno. Ora dobbiamo apprezzare il giocatore attuale, che si mette completamente a disposizione della squadra e lavora molto per i compagni. È tra i migliori assist-man della squadra e, quando ha l’occasione, segna. Non ha più l’esplosività di un tempo, ma con intelligenza sta mettendo a disposizione del gruppo ciò che può dare in questo momento. Non è più il bomber devastante di qualche anno fa, ma resta indispensabile per questa squadra."

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