Reginaldo: "Con Conte giochi con la 'sigaretta in bocca', vi racconto di quella volta che ebbi uno scontro con lui"

21.06.2024
19:20
Redazione

Reginaldo racconta Antonio Conte

Ultimissime Calcio Napoli - Reginaldo, attaccante del Casalnuovo, ha rilasciato un'intervista a Il Calcio della Sera, in diretta su Kiss Kiss Napoli.

Reginaldo racconta Conte allenatore

Di seguito un estratto diffuso tramite comunicato da Kiss Kiss Napoli:

"Conte? Ho avuto il mister e so come lavora, se lui vorrà tenere Kvaraskhelia e Di Lorenzo con la volontà dei calciatori di rimanere mettendosi a disposizione, con anche i calciatori che lui richiede, è normale che possono divertirsi. Lui è uno che ti fa lavorare tanto ma le partite le fai con le "sigarette in bocca" perché in partita hai le gambe libere. Però se i calciatori vogliono andare via per questione di soldi o perché è finito un ciclo con la società allora a quel punto bisogna dargli la possibilità di partire.

Poi sul mercato bisognerà accontentare Conte, magari con i soldi di quelle cessioni, ogni allenatore ha quei quattro/cinque giocatori che si vuole portare ovunque e secondo me è giusto così. Il Napoli ha paura soltanto di trovare calciatori pronti per giocare nel calcio italiano, invece quelli già in rosa sono abituati e già pronti per fare bene, anche perché brutte figure Conte non ne vuole fare.

Ricordo che eravamo in ritiro punitivo a Messina, e io feci 24h di volo dal Brasile per tornare in Italia e non mi aspettavo di dover fatto subito tutto il lavoro tosto, e mi ero presentato comunque già allenato in Brasile. Mi aspettavo un lavoro più leggero ma lui invece mi fece fare blocchi ulteriori per raggiungere la soglia degli allenamenti.

Protestai e Conte mi mandò subito sotto la doccia ed io non lo volevo vedere più, poi Perinetti e Faggiano riuscirono a farmi ragionare e ricucimmo lo strappo. L'anno dopo lo incontrai come avversario quando era alla Juventus e ci salutammo con affetto e mi diede anche tantissimi consigli, perché come persona è eccezionale e devo dire che se a quarant'anni gioco ancora lo devo alla mentalità che mi ha insegnato".

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