Roma, Sabatini ci crede: "Nuovo nome allo stadio e cerimonia di Superga, il Torino avrà forza e dignità"

05.05.2016
22:00
Redazione

Per Walter Sabatini i giocatori e lo staff tecnico della Roma meritano di essere premiati dalla classifica visto il finale di stagione che stanno facendo.

Il DS giallorosso sottolinea come la squadra ha una identità ben precisa e che punta a vincere le ultime due gare di campionato per poi vedere cosa accade sugli altri campi.

“I ragazzi e lo staff meritano un premio in questo finale” ha detto Sabatini a margine di ‘Encuentro Perugia’, festa delle letterature in lingua spagnola. “Adesso ci andiamo a giocare la partita di domenica sapendo che come sempre c’è un solo risultato. La squadra ha un’idea forte di se stessa e vuole vincere le due partite che sono rimaste e vedere quello che succede”. 

Si aspettava la grande rimonta compiuta dalla Roma nel girone di ritorno? 

“Sapevo che la squadra aveva delle qualità. Poi ho cominciato a sperarlo immediatamente dopo i primi giorni di lavoro di Spalletti quando, nonostante i primi due risultati non ci avevano premiato, vedevo un fervore in mezzo al campo e una qualità nel metodo e nella proposta di gioco che mi hanno acceso subito una speranza molto forte”.

La Roma ha avuto molto sostegno da giocatori entrati a gara in corsa: questa profondità della rosa le da soddisfazione?

“Sì, molta. Soffro magari per chi non gioca ma poi gioisco quando quelli che entrano dalla panchina mettono a posto le cose, come è successo ultimamente a Totti, Dzeko e a tanti altri come avete sottolineato voi nella domanda. E’ evidente che l’organico della Roma è competitivo, anche dal punto di vista numerico. Come dicevo i ragazzi meritano un premio in questo finale. Lo merita anche lo staff tecnico che ha lavorato con una fede che definisco gioiosa perché propositiva e contagiosa. Questo è un gruppo di lavoro che può produrre risultati molto importanti per la Roma, nel presente e nel futuro”. 

A Genova il ritorno in campo da titolare di Strootman: come lo ha visto?

“Era Kevin. Un Kevin che non ancora vince tutti i contrasti come al suo solito ma che ne ha vinti molti. Rivedere Kevin è stata una gioia difficile da descrivere. Oltre la gioia devo ammettere che sommessamente un po’ di frustrazione l’ho provata perché sapere di averlo perso per 450 giorni mi fa male, ha fatto male alla Roma. Comunque sia, adesso è tornato e sono certo che ora andrà avanti per anni senza ulteriori intoppi. E sarà un calciatore che potrebbe rappresentare la svolta per la squadra nel campo e nello spogliatoio”.

Mancano due giornate alla fine: quanto crede al secondo posto?

“Io credo al calcio, ai comportamenti, al fatto che ad esempio il Torino abbia intitolato lo stadio al Grande Torino la settimana scorsa e che ieri c’è stata la cerimonia a Superga per commemorare la scomparsa di quella grande squadra. Ecco io credo quindi anche alle cose collaterali del calcio che danno forza e dignità: quindi il Torino farà certamente la migliore partita che potrà fare e cercherà di fare risultato. Noi dal nostro canto dovremo stare attenti al Chievo perché è una squadra ostica e lo ha dimostrato per tutto l’anno. Il calcio è sano e tanti problemi sono stati superati in Italia negli ultimi anni: quindi sono convinto che le ultime partite di campionato saranno giocate con il massimo impegno da tutti”.

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