Romito: "Si può fare a meno di Kim ma non di Osimhen, vi spiego il motivo"

01.06.2023
23:50
Redazione

Il commento di Romito

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Tommaso Romito, ex calciatore del Napoli. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione de IlSognoNelCuore.com.

Commento sulla finale della Roma e sul percorso dei giallorossi? “Ciò che posso dire è che Mou, nonostante un carattere difficile- e che è anche un suo punto di forza - ha fatto un vero e proprio miracolo. Con una rosa del genere, arrivare in finale, è veramente difficile. Anche i cambi, ieri, hanno denotato la scarsa competitività della rosa. Sotto tal punto di vista, è una stagione che ritengo positiva. Se avessero vinto avrebbero meritato una standing ovation. Vivo a Roma e posso confermare che entusiasmo ci sia attorno la squadra, e soprattutto Mourinho. Ciò detto, il portoghese o si ama o lo si odia. Gli atteggiamenti sono un po’ da saccente e possono creare disagio agli avversari. Ieri, il tecnico del Siviglia, si è lamentato delle proteste reiterate verso il direttore di gara. Va però riconosciuto che le protese di fine gara, tuttavia, debbano definirsi poco professionali. Dal portoghese ci si aspetta altro…”

Con un Dybala disponibile nei novanta minuti si poteva sperare in un risultato diverso? “Probabilmente sì. Se avesse avuto la forza di arrivare ai rigori, inoltre, avrebbe potuto fare la differenza. I penalty sono stati calciati dai difensori centrali i quali, però, hanno dimostrato poca attinenza e qualità dagli undici metri”

Perché crede abbiano tirato i difensori? “Ci sono tanti aspetti da valutare. Molti giocatori possono aver avvertito eccessiva stanchezza, altri la consapevolezza di non essere pronti. In una situazione come questa, però, ci si aspetta che i calciatori di maggiore personalità ed esperienza, come El Shaarawy, si assumano la responsabilità”

Quale potrà essere il futuro di Mourinho? “A Roma tutti sperano rimanga. Ciononostante, il problema è la progettualità che il club prospetterà al tecnico. Il lusitano non si è detto disposto a continuare con una rosa che ha dimostrato di non essere competitiva”

Difficile trovare un sostituto che possa garantire piena continuità con il lavoro di Spalletti? “Quando si vince un campionato si spera sempre che il ciclo possa continuare. Il successo è stato determinato dalle metodologie di lavoro, dalle dinamiche che soltanto un allenatore che conosce i propri uomini può gestire. La qualità dei giocatori, certo, fa la differenza. Tuttavia, la professionalità del mister non è in discussione”

Quanto cambiano le strategie con un nuovo direttore sportivo? “Se dovesse cambiare direttore sportivo andrebbe compresa la nuova alchimia tra tecnico e direttore. È un lavoro, quello della costruzione della rosa, che si fa in due. In tal senso, il rapporto tra Giuntoli e Luciano era eccezionale. Una sintonia di cui ora il Napoli non potrà giovare. Con i nuovi protagonisti, dalla panchina ed in dirigenza, bisognerà cominciare tutto da capo”

Quali calciatori sono irrinunciabili per questo Napoli? “Dal punto di vista tecnico credo che si possa fare a meno di Kim ma non di Osimhen. Oggi, è difficile trovare una punta capace di raccogliere ogni tipo di pallone. Trovare un attaccante tanto completo è davvero complicato. Il coreano, seppur protagonista di una stagione eccezionale, ritengo invece possa essere sostituito. Anche Zielinski è un giocatore a cui garantirei ancora un futuro in azzurro. È un attaccante aggiunto che ha saputo divenire una certezza, nelle qualità dei novanta minuti, della squadra. Il centrocampo è stato un punto di forza della squadra, ma non mi dispiacerebbe un rinforzo che possa permettere ai calciatori di reparto di rifiatare, ed incrementarne la competitività”

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