Sacchi: "Berlusconi chiese a Gullit di astenersi dal sesso, lui gli rispose che..."
L'ex allenatore Arrigo Sacchi ha compiuto 69 anni ed uscirà presto con un libro. Ecco alcuni stralci dell'intervista rilasciata a QS Sport, in cui racconta un curioso episodio legato a Gullit e fa un piacevole riferimento a Benitez.
Chi eleggerebbe a simbolo del suo Milan?
«Senz’altro Ruud Gullit. Aveva una potenza fisica straordinaria, un grande carisma e per i compagni era un vero trascinatore. Quando partiva lui, con la criniera al vento, era come se squillasse la tromba dell’assalto».
Però Ruud era pure un dongiovanni e questa passione per le donne a lei non andava giù...
«Una volta rispose per le rime a Berlusconi, che chiedeva trenta giorni di astinenza in vista della finale di Coppa dei campioni: ’dottore, io con le palle piene non riesco a correre’. Certo, qualche lavata di capo se l’è presa dal sottoscritto ma ne ha fatto tesoro».
Dopo il Milan la Nazionale: molti scrissero che fu Berlusconi a dirottarla sulla panchina di Ct.
«Non è vero. Berlusconi seppe da me che Matarrese mi aveva fatto un’offerta. Anzi, visto che l’accordo con la Nazionale era stato chiuso nel ’91, ma io subentrai a Vicini solo nel ’92, Berlusconi continuò a pagarmi per evitare che mi facessi sedurre dalle offerte della Juve di Montezemolo».
Aldilà delle polemiche, per lei il rapporto con il club Italia fu complicato, difficile...
«Il ruolo del Ct è come quello di eunuco in un harem. Hai tante belle donne vicino ma non puoi far nulla. Non hai il tempo per preparare a dovere i giocatori. Capisco le difficoltà di Conte, che io considero il più bravo fra i tecnici italiani, insieme con Carlo Ancelotti. Fanno parte entrambi di quel gruppo di allenatori ottimisti che sta cambiando il calcio italiano, privilegiando il gioco offensivo. Nel mazzo metto Sarri e Di Francesco, Mihajlovic, Montella, Benitez, Gasperini, Garcia, Mancini».