Sacchi: "Il Napoli gioca a calcio e non aspetta l'errore altrui. Bielsa per il dopo Benitez? La penso così"

02.04.2015
15:30
Redazione

A Radio Crc è intervenuto Arrigo Sacchi, ex ct della Nazionale: “Calcio totale” è un libro che tratta diversi temi e narra la storia di un bambino che ha amato il calcio, in cui ci sono tanti aneddoti. Il calcio è lo specchio della vita sociale e politica di questo Paese e leggendo questo libro in molti si identificheranno. Purtroppo i difetti che abbiamo facciamo fatica ad eliminarli però è evidente che il calcio deve migliorarsi, il problema è che non sempre abbiamo le idee chiare. Nelle riunioni con gli allenatori quando chiedo loro “cos’è il calcio”, fanno fatica a rispondermi. L’Italia è ancora vice campione in carica dell’Under 21 per cui, oltre agli spagnoli, abbiamo i migliori giovani d’Europa e non è poco. Purtroppo in questo Paese si considerano solo i risultati e non come questi si raggiungono. Ho sempre creduto di poter migliorare i giovani trasferendo loro prima di tutto il valore ed il rispetto. A livello di tifoserie, invece, le cose sono peggiorate ad oggi infatti se un ragazzo sbaglia curva può anche non tornare più. Il calcio lo amo sempre, ma non amo il contorno, la violenza, la maleducazione, le polemiche e vorrei che tutto fosse vissuto con lo spettacolo sportivo, purtroppo però mi sembra di sognare. Il pubblico non chiede il merito e chi cerca di giocare da protagonista ed essere padrone del campo e del pallone a prescindere dalla qualità dei singoli è l’Empoli che non ha individualità di grandissima fama, ma è una delle squadre più armoniose del campionato italiano. Oriundi? Già nel 1934 c’erano ed hanno partecipato anche al Mondiale. Se un ragazzo ha il piacere di giocare per l’Italia e lo fa con entusiasmo, volontà e generosità perché negargli questa gioia? Noi italiani ci distruggiamo in polemiche ed oggi ci sono anche i social ad amplificare il tutto. Scriviamo sempre cose eccessive e bisogna dire che lo spettatore italiano non è ancora uscito dalla sindrome dell’arena ed infatti il coro più gettonato negli stadi è “devi morire. Così però non si cresce. Dobbiamo educare queste persone ad essere più civili. Bielsa per il dopo Benitez? E’ un allenatore maestro. In Italia ci sono alcuni allenatori che hanno un atteggiamento propositivo ed ottimistico, cosa rarissima perché non richiesto dal pubblico e dai mass media e le squadre che allenano provano ad essere protagoniste, padrone del campo provando a vincere attraverso la superiorità e non attraverso l’errore altrui e tra queste c’è il Napoli, l’Empoli, il Sassuolo, la Sampdoria, il Genoa, la Roma e la Lazio”.

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