Sarri: "Da piccolo le prendevo perché tifavo Napoli! Ora vogliamo fare la storia, saremo dei pazzi scatenati... e di questo ringrazio Carli"

19.03.2018
23:03
Redazione

Maurizio Sarri, tecnico del Napoli, ha parlato ai presenti in sala durante la sua premiazione al Trofeo Maestrelli, a Montecatini Terme. Ecco quanto evidenziato

Maurizio Sarri, tecnico del Napoli, ha parlato ai presenti in sala durante la sua premiazione al Trofeo Maestrelli, a Montecatini Terme. Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli24.it:

“A volte i casi della vita sono incredibili. Io sono nato a 7-800 metri dal San Paolo. Tifavo Napoli e, ingenuo, pensavo che ognuno dovesse tifare le squadre della città in cui era nato. Per questo prendevo degli schiaffoni dai miei zii, che tifavano Fiorentina e mi hanno portato spesso a vederla. Ora alleno il Napoli, spero che tutti i tecnico con cuore e passione possano allenarla. Tutti amano il calcio lì, spesso pensi che anche il clima dipenda dal risultato del NapoliQuelli non convinti di me? Sono abituato. Vengo dai Dilettanti e ho scalato tutti i gradini, e la prima reazione della gente è lo scetticismo. Perché io venivo sempre da sotto, ci ho vissuto sempre con questa nomea, forse anche questo mi fa rendere meglio. Certe volte conquisti gli obiettivi e certe volte no, ma questo fa parte del ruolo.

Io e Galliani? Io ho ricevuto una telefonata da lui, ho parlato con Marcello Carli, perché ero dell’Empoli, il giorno dopo. Parlai ancora con Galliani, che mi disse che doveva solo avere l’ok di Berlusconi, ero il tecnico del Milan. Non andò così e sono contento lo stesso. Riparlando con Carli nei giorni successivi, gli dissi che non avevo più le motivazioni per restare ad Empoli

Abbiamo fatto un record l’anno scorso, poi qualcuno ha comprato Higuain e quest’anno stiamo facendo ancora record. Vogliamo essere il Napoli più forte di sempre, ma non ci riusciremo perché quello è quello di Maradona. Vogliamo essere il Napoli che ha fatto più punti di sempre. Vogliamo che gli avversari pensino di noi che siamo dei pazzi scatenati. Dobbiamo essere liberi di testa per fare bene. Prendere il palazzo in tuta o  in giacca? Chi fa lavoro da campo, deve vestirsi come se stesse in campo. Stasera, invece, prendo un premio come questo, chiamato Maestrelli, rappresentando il Napoli, e quindi devo vestirmi bene.

Obiettivo? Sconfiggere noi stessi, prima dell’avversario. Vogliamo fare meglio dell’anno scorso, il resto non lo vogliamo. Se sono un tecnico con coraggio, lo devo all’Empoli e a Marcello Carli (che si emoziona, ndr). Loro ti insegnano che si può vincere e perdere, ma senza avere paura”.

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