Savoldi: "Non conta il modulo ma l’intelligenza del tecnico che deve capire come far male agli avversari"

19.09.2024
20:20
Redazione

 “Poker nel ‘78 contro la Juve? Sarebbe stato meglio farlo in campionato e non in Coppa Italia, sarei stato più soddisfatto io ed anche i tifosi del Napoli (ride, ndr). Juve-Napoli partita verità? Entrambi i club – ha detto l’ex campione azzurro e allenatore Beppe Savoldi a Radio Marte nel corso di Marte Sport Live -si sono rinnovati, con cambio allenatore, cambio sistema di gioco, cambio mentalità. Ci vuole il giusto tempo affinché i calciatori capiscano le richieste dei tecnici, è una sfida tutta da vedere, sono molto curioso di vedere i progressi di queste sue squadre che vogliono ritornare alla loro dimensione. Cambio modulo possibile già contro la Juve? Io non capisco le disamine sui moduli, è l’allenatore a decidere che modulo adottare e come far giocare i propri calciatori in base all’avversario e alle situazioni contingenti. Non conta il modulo ma l’intelligenza del tecnico che deve capire come far male agli avversari. Tutte le partite sono diverse, ogni avversario è a sé. Se hai dei problemi, sta all'allenatore trovare delle soluzioni. Se giochi in casa contro una squadra che schiera una sola punta e tiene gli esterni bassi, ad esempio, che fai, giochi a quattro? Sarebbe da stupidi. Insomma, è il mister a dover avere l'intelligenza di capire come far male agi avversari. Io ho creato un libretto rosso piccolino e rivoluzionario, in cui spiego che il modulo deve essere 'intelligente'. Non sono uno di quelli che vuole guadagnare vendendo libri; l'ho fatto per mio piacere, è da dare agli amici più vicini e agli allenatori miei conoscenti. E' un libretto provocatorio, rosso come quello di Mao Tse-tung, rivoluzionario e che prende in giro un po' tutti, ma con la giusta ironia. I moduli non esistono, esiste l'intelligenza dell'allenatore nel far giocare i calciatori nel modo e nella posizione migliore per esaltare le loro caratteristiche. Lukaku? E’ un grande calciatore, ha forza fisica e tecnica, diversissimo da Osimhen che prediligeva la palla lunga e l’attacco alla profondità mentre il belga vuole riceverla addosso e lui pensa a far salire la squadra” 

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