Signorini svela: "Messi incantato da Maradona e Lavezzi con i racconti su Napoli, Diego disse 'Se non giochi lì non capirai mai'"

24.02.2020
09:20
Redazione

Maradona racconta a Messi con Lavezzi di Napoli, della città e dei tifosi. Signorini, ex preparatore dell'Argentina, svela il racconto in Hotel con il confronto tra loro due

Ultimissime calcio Napoli- Fernando Signorini, il preparatore atletico che ha seguito Diego ovunque e Lionel nella Seleccion, sa tutto dei due talenti mancini argentini: «Se ne parla da settimane anche in Argentina, Napoli-Barcellona sarà la partita del cuore perché gli argentini amano Maradona e Messi. È uno scherzo del dio del pallone mettere contro le squadre del passato di Diego ed è un bel segnale: vuol dire che il Napoli è entrato a far parte della élite europea. Messi aveva sentito parlare poco di Napoli. Tengo bene a mente quella serata in un albergo di Mosca, eravamo in Russia per un’amichevole di preparazione ai Mondiali del 2010: Lionel chiacchierava con Diego, con me e Lavezzi nella stanza del Pocho. La discussione era sul Napoli, sulla città, sulla passione della gente e andò avanti per ore con i racconti di Maradona e Lavezzi e più passava il tempo, più la stanza si riempiva di altri calciatori. Non dimenticherò mai le parole di Diego a Messi: se non giochi a Napoli non potrai mai capire la passione della sua gente. Allo stesso modo non dimenticherò nemmeno la curiosità con la quale Lionel poneva domande a tutti e due, quasi incredulo. Chiese della differenza tra Barcellona e Napoli. Gli fu risposto che si vive benissimo in entrambi i posti e che, calcisticamente, la vera diversità consisteva nel carattere della gente: più distaccati i catalani, più focosi i napoletani. Un affetto che Diego non ha mai riscontrato in nessun’altra parte del mondo. Maradona è molto più passionale e quindi vicino ai napoletani, Messi ha l’aria più distaccata, di conseguenza più simile alla gente di Barcellona. Ma la passione che hanno entrambi per il calcio è infinita, semplicemente non la vivono alla stessa maniera. Sono due geni, due artisti del football, come lo sono stati anche Di Stefano, Cruijff e Sivori.

Messi non è un avversario, è il numero uno del mondo e va trattato come tale: quando Pavarotti veniva in Argentina mica la gente fischiava perché era italiano. Non penso che comunque i napoletani si abbasserebbero a una vergogna del genere. Sono innamorati del calcio e quindi apprezzano Lionel. Diego nel calcio si è sempre opposto al potere, Messi non si è mai esposto in maniera forte. L’uno un ribelle, l’altro un leader silenzioso»

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