SkyTg24, Chiariello: "Vi racconto la storiella napoletana di De Laurentiis e l'aggressione al poliziotto"
Paolo Chiariello, collega di Sky Tg 24, scrive così sul suo profilo Facebook in merito alla vicenda legata ad Aurelio De Laurentiis e l'aggressione ad un poliziotto a Capodichino:
"Riassumo la storiella napoletana di Aurelio De Laurentiis in aeroporto a Capodichino che picchia un poliziotto e lo manda in ospedale (si è fatto refertare al pronto soccorso il poliziotto, ha avuto 5 giorni di prognosi) dopo averne insultato chissà quanti altri e dopo aver preteso (lo dice un poliziotto sindacalista ai giornali) di usare i poliziotti come facchini. In questa sceneggiata finita sui giornali e che viene usata da certi giornali (e certi giornalisti, ma faccio fatica a definirli così) per sputtanare Napoli manca un pezzo. Questo pezzo si chiama buonsenso, verità e onestà: valori ai quali dovremmo sempre aspirare e ai quali ispirarci. Se io per motivi qualsiasi per strada o in aeroporto insulto un poliziotto, lo picchio o lo spintono sono sicuro che questi o un suo collega o suoi colleghi mi arrestano. Devono farlo: resistenza, oltraggio e violenza a pubblico ufficiale. C'è il codice penale. Perché non è stato fatto? Un poliziotto (o chiunque indossi una divisa e presta servizio in un posto di frontiera come Capodichino) non può consentire a nessuno di girovagare per l'aeroporto senza essere identificato e senza che questi ne abbia titolo (diplomatici, personale di vigilanza o altri previsti). A me questa pagliacciata su De Laurentiis non è piaciuta. Perché è servita a sputtanare Napoli e perché non è stata raccontata bene. Tempo fa un funzionario di polizia (che segnalai alla questura) mi obbligò con arroganza e minacce a restare 400 metri lontano da un luogo di un disastro mentre lui conversava amabilmente con un giornalista della Rai camminando sulla scena del crimine assieme ai cameraman. Tutto registrato ovviamente. E alle mie proteste circa la mancanza di professionalità questo funzionario rispose: Qui comando io, faccio quello che voglio. Per questo signore che rovinava l'immagine immacolata della polizia di Stato che ha meriti eccezionali in questo paese, non è la legge che comanda ma lui. Ecco perché certe sceneggiate non riesco a digerirle. Ecco perché dico che un giornalista che non si pone o pone qualche domanda su questioni quantomeno dubbie ma si limita a pubblicare qualunque cazzata su carta intestata commette errore gravissimo".