Spadafora, ministro sport: "Proporrò di prorogare per tutto aprile il blocco di competizioni e allenamenti"

29.03.2020
12:15
Redazione

News calcio, le parole del ministro Spadafora

Ultimissime - «O facciamo una rivoluzione noi o ci sarà una rivolta». Secondo Vincenzo Spadafora la prima esigenza – per il governo – è scavalcare qualsiasi burocrazia e «dare liquidità a chi è in difficoltà in tre giorni, non in un mese». Un reddito di emergenza immediato per evitare la bomba sociale. Poi la ricostruzione, da affidare alla generazione di chi, come il ministro dello Sport e dei Giovani, ha oggi 46 anni. «In Europa o capiamo tutti che siamo uguali davanti a qualcosa di molto più grande degli egoismi nazionali o perderemo il sogno di una casa comune », dice. Quanto al calcio, «non ricomincerà il 3 maggio. Le squadre di serie A hanno già sbagliato quando era il momento di fermarsi. Devono capire che nulla sarà più come prima». Queste le sue dichiarazioni a La Repubblica:

Ci sono timori per la tenuta sociale del Paese. È preoccupato?

«Molto. Siamo su un crinale delicato: dopo le prime due-tre settimane di chiusura e sacrifici, c’è il rischio di passare dalla fiducia alla rabbia. Vedo i primi segni di cedimento, soprattutto al sud. Il 27 del mese è passato da un giorno e ci sono persone che cominciano a sentirsi mancare la terra sotto ai piedi. Così come ci sono forze che potrebbero approfittarne, destabilizzando ancora di più la situazione».

Cosa farete?

«Dobbiamo essere in grado subito, non con il decreto di aprile, ma adesso, di fare un piano per immettere liquidità straordinaria immediata nelle tasche degli italiani».

Il premier Conte ha annunciato una misura immediata di buoni pasto per le persone in difficoltà.

«Siamo contenti che il presidente abbia accettato una proposta del Movimento 5 stelle che vede nei comuni e nel terzo settore gli strumenti migliori per arrivare rapidamente ai cittadini in difficoltà. È un primo passo, bisogna continuare in questa direzione».

Queste persone non dovrebbero avere già il reddito di cittadinanza?

«C’è una fetta di popolazione che vive di espedienti, di lavori in nero, di situazioni non contrattualizzate come dovrebbe essere. Dobbiamo aiutare anche loro. E le partite Iva che non possono permettersi di fermarsi un mese».

Per le partite Iva ci sono i 600 euro del decreto marzo. E con tante persone in regola in difficoltà, parlare di aiutare chi lavora in nero non è controproducente?

«I 600 euro non sono sufficienti. Bisogna partire da chi è in regola, ma non possiamo fingere di non vedere che nel sommerso ci sono famiglie che ora non hanno di che vivere».

I cittadini non hanno il diritto di sapere quando si potrà cominciare a uscire?

«La nostra prima preoccupazione adesso deve restare quella di salvare vite. Non abbiamo nessun elemento per dire che tra due settimane si potrà riaprire qualcosa. Chi lo fa, come Matteo Renzi, soffia sul fuoco».

Da ministro dello Sport, invece, quando pensa che torneremo a vedere una partita di calcio?

«Pensavo ai nostri ragazzi abituati a stringersi, abbracciarsi, passarsi la bottiglietta d’acqua: tutto questo mancherà per molto tempo. Riprendere le partite il 3 maggio è irrealistico. Domani proporrò di prorogare per tutto aprile il blocco delle competizioni sportive di ogni ordine e grado. Ed estenderò la misura agli allenamenti, sui quali non eravamo intervenuti perché c’era ancora la possibilità si tenessero le Olimpiadi».

Il mondo del calcio in crisi chiede aiuto al governo.

«Lo sport non è solo il calcio e il calcio non è solo la serie A. Destinerò un piano straordinario di 400 milioni allo sport di base, alle associazioni dilettantistiche sui territori, a un tessuto che sono certo sarà uno dei motori della rinascita. Dal calcio di serie A invece mi aspetto che le richieste siano accompagnate da una seria volontà di cambiamento: le grandi società vivono in una bolla, al di sopra delle loro possibilità, a partire dagli stipendi milionari dei calciatori. Devono capire che niente dopo questa crisi .- potrà più essere come prima».

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