
Terremoto Campi Flegrei non sorprende l'INGV: "Finchè il vulcano sarà attivo ci saranno scosse, non c’è magma in superficie"
Napoli, terremoto Campi Flegrei: le parole dei dirigenti dell'INGV su bradisismo e eruzione vulcano
Ultime notizie terremoto Napoli - Nella terra che arde da 80 mila anni, l’ultimo terremoto è un nuovo allarme che allerta la popolazione, alimentando paure ancestrali soprattutto nella zona dei Campi Flegrei. Ma la scienza non si sorprende. Perché qui, in una delle aree più monitorate al mondo, la sismicità è l’effetto diretto del sollevamento del suolo, il cosiddetto bradisismo: dal 1950 a oggi i Campi Flegrei si sono alzati di oltre 4 metri.
L'edizione odierna di Repubblica ha intervistato Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv, che ha dichiarato:
«E negli ultimi giorni il sollevamento è passato da un centimetro a 3 al mese, circostanza che favorisce una recrudescenza della sismicità. I Campi Flegrei sono un vulcano attivo che non si può pensare di governare. Finché continuerà il sollevamento del suolo, registreremo terremoti. E con quello sismico vanno valutati i rischi geochimico, con il rilascio di anidride carbonica, e quello eruttivo», spiega.
Il direttore Mauro Antonio Di Vito usa parole semplici:
«Una spinta dal profondo porta il suolo a sollevarsi, deformando le rocce sovrastanti e provocandone l’innalzamento. Così, nel deformarsi, le rocce possono arrivare al limite di rottura e i terremoti sono l’effetto di questa rottura. Non possiamo fare previsioni – spiega Di Vito - Possiamo però sottolineare come il verificarsi di terremoti di maggiore magnitudo e frequenza di accadimento dipenda sia dall’accumulo continuo di sforzo indotto da una deformazione che da vent’anni sollecita senza soluzione di continuità la crosta, sia anche da repentini incrementi nella velocità di sollevamento che ne sollecitano il comportamento fragile con fratture più frequenti, che liberano maggiore energia elastica. L’accelerazione subita dal suolo nel corso dell’ultima scossa è stata molto intensa, la più alta mai registrata, ma per fortuna è rimasta localizzata in un’area limitata, anche se l’energia si è dissipata soprattutto in direzione est, e dunque il terremoto è stato molto avvertito anche a Napoli. Quanto alla magnitudo gli studi più recenti, che considerano sia analisi statistiche sia la sismicità storica dell’area, stimano che i terremoti legati al bradisismo possano avere una magnitudo massima attesa tra 4.5 e 5.0. Del tutto marginali, con i dati oggi a nostra disposizione, le probabilità di terremoti più intensi».
Ma se il tema del rischio sismico non permette alla scienza di fare previsioni, gli esperti possono “captare” segnali eventuali tra lo scenario peggiore, tra quelli futuribili: un’eruzione. I Campi Flegrei non hanno un unico edificio principale attivo, ma diversi centri vulcanici, alcuni dei quali anche a mare, nel golfo di Pozzuoli: compongono la cosiddetta caldera. Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Ingv, spiega a Repubblica:
«Un vulcano attivo che fa il suo mestiere, e prima o poi potrebbe tornare a farsi sentire. Ma non ci sono segnali che indichino la risalita alla superficie del magma, che non è presente nei primi 4 chilometri», aggiunge. Come a dire: il vulcano c’è e si sente, perché continua a emettere gas dalle sue profondità – di qui la deformazione del suolo, con le scosse collegate, ma anche la crescente preoccupazione per l’anidride carbonica - ma non rappresenta una minaccia imminente.
