Tifoso azzurro in coma, lo zio: "Agguato ultras Roma, sparavano in tanti! Lava macchine, non è un ultrà e neanche abbonato. L'amore per il Napoli può costargli la vita..."

04.05.2014
11:41
Pasquale Cacciola

In collegamento dal Policlinico Gemelli di Roma, Enzo e Giuseppe Esposito, zii di Ciro, tifoso del Napoli che ieri è stato gravemente ferito, sono intervenuto ai microfoni di Sky: "Purtroppo no sta bene, è in coma, ha subito già tre arresti cardiaci e ha una pallottola nella vertebra. Se uscirà dal come sarà operato e non sappiamo dal punto della vista della mobilità cosa succederà. Noi però vogliamo dire chi è Ciro, vogliamo chiarire questa cosa. E' un ragazzo di 30 anni, lavora nell'autolavaggio di famiglia e lo fa dalle otto di mattina alle otto sera, un'attività in piena regola nei confronti dello Stato. L'unica colpa che ha nostro nipote è che gli piace il Napoli, non fa parte del tifo organizzato e non è abbonato. Compra solo i biglietti e segue la sua squadra nel cuore. Quando è successo il tutto, con lui c'era anche un altro nostro nipote il quale ci ha raccontato che loro hanno semplicemente parcheggiato l'auto in un posto prestabilito e non c'era la Polizia. Improvvisamente sono state lanciate bombe carta e ci sono stati degli spari, non è stato solo una persona ad aprire fuoco! Altri sparavano in cielo, colui che ha colpito nostro nipote ad altezza uomo. L'ambulanza poi è arrivata con un'ora di ritardo, quando è giunto al pronto soccorso era considerato clinicamente morto. Nessun conflitto a fuoco da bande rivali, è stato un vero agguato di alcuni ultrà della Roma. Un gruppo di 4-5 persone hanno aggredito 10 tifosi che si recavano allo stadio. Ci aspettiamo dallo Stato un po' di chiarezza. Possiamo capire che si è giocato per ordine pubblico, ma a mente fredda bisogna fare chiarezza su chi è Ciro e di cosa è stato vittima. La situazione è stazionaria, appena migliorerà lo opereranno. Se si opera festeggeremo perché vuol dire che il peggio è andato...". 

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