Arkadiusz Milik, attaccante polacco del Napoli
Arkadiusz Milik, attaccante polacco del Napoli

Pagelle Genk-Napoli: Milik e Lozano al limite dell'orrendo! Allan in rottura prolungata, Meret e Di Lorenzo tra i pochi a salvarsi

02.10.2019
20:46
Claudio Russo

Pagelle Genk-Napoli 0-0, i giudizi di CalcioNapoli24

Champions League, Genk-Napoli 0-0: le pagelle di CalcioNapoli24

Termina la seconda partita del Napoli all’interno del girone eliminatorio di Champions League: pareggio deludente per 0-0, di seguito vi proponiamo le pagelle di CalcioNapoli24.

Meret 6,5 - Una deviazione di Cuesta lo mette fuori gioco, fortunatamente la palla finisce a lato. Reattivo al massimo sulla testata di Samatta, sforzo di reni sul sinistro deviato di Berge.

Di Lorenzo 6,5 - Mancini lo studia in vista di una eventuale convocazione, l’ex Empoli mantiene diligentemente la posizione senza esagerare. Nella ripresa Ancelotti lo sposta a sinistra e gli chiede di rimanere basso.

Manolas 6 - Anche se a mezzo servizio, la Champions è troppo importante per tenerla fuori: prova ad imitare Carlo Parola in rovesciata, ma sbaglia l’impatto. Entrata al limite alla mezz’ora.

Koulibaly 6 - Kalidou torna a casa e dopo dieci minuti si inventa ala sinistra: strano, no? Fa buona guardia su diversi palloni che cadono dalle sue parti. Hrosovsky gli nega lo 0-1 sulla linea, Samatta gli ruba il tempo in area.

Mario Rui 6 - Contro il Liverpool era stato il migliore in campo, alla Genk Arena si presenta con una bella chiusura in scivolata, poi mette dentro il cross che porta al primo legno colpito. I problemi muscolari lo azzoppano. (Dal 34’ Malcuit 6 - Dirottato a sinistra per emergenza, dura dieci minuti e poi si trasferisce dall’altro lato: nel secondo tempo è un trenino, ma non sempre i binari portano ad una destinazione chiara)

Callejon 6 - Inaugura il festival dei pali con un destro con grande coordinazione, evitabile il tentativo di punizione con palla sotto la barriera. Poco cattivo al momento della conclusione nella ripresa, ma sicuramente meglio di altri azzurri.

Allan 4,5 - Kovacs lo grazia in qualche contrasto un po’ troppo cattivo, nel finale del primo tempo regala un pallone pericolossimo e nella ripresa non corregge gli errori commessi. La sua scivolata in area di rigore è l’emblema di un momento di rottura prolungata.

Elmas 6 - Prima volta dal 1’ in Champions League, Ancelotti inizialmente gli affida la regia ed il macedone sbaglia poco e corre tanto per rincorrere gli avversari. (Dal 58’ Mertens 5,5 - Ci vuole poco per fare meglio di Lozano e Milik, che sia sulla fascia o più al centro. Almeno incute timore, un po’ fumoso, e Coucke gli blocca un destro in volo)

Fabián 5,5 - Libertà di accentrarsi, di attaccare lo spazio e muoversi dove vuole: tuttocampista ordinato, ok, ma non sempre con la scintilla accesa. Nella ripresa si accentra e può alzare la testa per cercare i compagni: ad esempio, l’azione che porta Callejon al tiro. Qualità ad intermittenza, ammonizione sacrosanta e giusta.

Milik 4 - Il grande assente di questo inizio di stagione, l’occasionissima sotto porta è mangiata: c’è poco da aggiungere. Prende due traverse in pochi minuti, la seconda in solitario, poi un’altra chance sotto porta. Imperdonabile a questi livelli, nonostante sia tra i più attivi. Ammonizione gratuita e gli errori pesano tantissimo sulla valutazione. (Dal 72’ Llorente SV - Un pallone respinto da Coucke gli passa tra le gambe, non gli si può chiedere sempre di essere il salvatore della patria)

Lozano 4 - El Chucky è a 67 chilometri dalla sua vecchia Eindhoven: la vicinanza, tuttavia, lo manda in fuorigioco e fuori dal gioco. Spaesato? Chi l’ha visto? Nella ripresa va a fare l’esterno sinistro, con la speranza di fare qualcosa: impatta malissimo un pallone in area, si accentra dalla sinistra e trova un minimo di fiducia in più. Ma resta una prova al limite dell’orrendo, di quelle da dimenticare in fretta.

Ancelotti 5,5 - La scelta tecnica (fin quanto?) di tener fuori Insigne è destinata comunque a far discutere, ma preferisce un centrocampo più fisico per contenere il Genk: idea giusta, perchè i belgi sono coriacei e nei primi venti minuti riescono a trovare anche gli spazi giusti, ma i suoi - quando vogliono - accelerano e arrivano in porta. Un misto tra sfortuna e poca precisione (tre pali, cambio forzato Mario Rui-Malcuit, Milik che dimentica l’obiettivo del calcio: fare gol) fa sì che il risultato resti sullo 0-0 nel primo tempo, ma la squadra difensivamente è un po’ in ritardo sulle seconde palle ed il Genk trova coraggio e conclusioni: serviva un altro piglio nei primi 45’, sembrava attendere qualcosa di dovuto e che, poi, non è arrivato (mancanza di cattiveria?). Il divario tecnico si avverte eccome, le scelte offensive non gli rendono giustizia. Nella ripresa la squadra sembra un filo scolastica, pur difendendo bene la porta di Meret, e dalle parti di Coucke gli manca quel centesimo per fare un euro. Pardon, la vittoria. Ma che spreco quattro tiri in porta su diciotto tiri totali, perchè la partita era nettamente alla portata.

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