Maradona Day, l'editoriale di Condò: "Quel sinistro divino dell’arte povera del calcio"

26.11.2020
09:12
Redazione

Maradona Day - Vi proponiamo l'editoriale per Repubblica di Paolo Condò:

"Diego Maradona è stato molto più di un campione del calcio, ma il primo cerchio del lutto appartiene al nostro mondo perché nessuno come lui ha saputo elevarlo oltre i confini del confronto agonistico, lì dove risiede l’arte.

Un’arte povera certo, in fondo è disegnata con i piedi — tranne la mirabile truffa che gli riuscì un giorno in Messico — ma come definire altrimenti le scintille di genio che ripetutamente ispiravano il suo sinistro e le sue giocate? In molti hanno provato con i soliti aggettivi: favolose, eccezionali, persino soprannaturali, come ci capita di dire davanti a un’esperienza capace di mandarci fuori di testa. Senza pensare che l’arte spiega tutto e tutto abbraccia, e la pennellata impensabile per il dilettante è un gesto naturale per Picasso, e chissà Mozart cosa fischiettava sotto alla doccia, e quando il giovane Diego palleggiava ore con un’arancia non era circo, ma arte che cercava e trovava la sua strada come il fiume trova sempre la via al mare.

Maradona è stato il migliore, il fenomeno di un calcio adulto ma non ancora invecchiato, che giocava il numero giusto di partite e sapeva farsi desiderare. In morte del più grande si succedono gli omaggi dei fuoriclasse, dei campioni e di giocatori, bravi e meno bravi, tutti accomunati dalla felicità di averlo avuto come avversario. Perché la magia dello sport è questa, considerare chi ti contende il paradiso come un rivale da annientare ma allo stesso tempo un amico da custodire, maggiore è la sua gloria e maggiore il tuo privilegio per averlo affrontato, combattuto, in qualche caso persino piegato. Diego è il ricordo più caro che ci resterà del nostro mondo. In via diretta o per opposizione, il nostro orgoglio".

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