
A Napoli manca il giusto equilibrio
Il Napoli vola. Con la vittoria contro il Cagliari, gli azzurri hanno inanellato la settima vittoria consecutiva da inizio stagione e in beata solitudine si sono issati in testa alla classifica. 21 punti, 25 goal fatti e appena 5 subiti. Numeri stratosferici. Numeri che il Napoli mai aveva messo insieme nella sua storia. Eppure, qualche ricercatore del pelo nell'uovo in servizio permanente effettivo, ha avuto da ridire. Normale che qualche vittoria sia venuta a capo di partite sofferte e combattute, si rammenda che esistono anche gli avversari e che le variabili nel gioco del calcio sono migliaia; e, ovviamente costoro, sono immediatamente partiti a stigmatizzare gli errori della squadra o di qualche singolo elemento. Pur di dar fiato alle ugole, si è arrivati ad affermare che gare come quelle contro l'Atalanta e la Spal, sono state risolte da prodezze dei singoli. Ma i giocatori bravi, i campioni in organico, proprio a questo servono. A risolvere le situazioni complicate. Ma per come l'hanno raccontata loro, sembra quasi che si sia trattato di un "peccato mortale". A dirla tutta qualche critica ci potrebbe anche stare, ma solo se fossero costruttive. Palese invece traspare il livore e perché no, anche l'invidia di qualcuno di questi ricercatori del pelo nell'uovo e come se non bastassero i "nostri", spesso e volentieri, ce li facciamo arrivare anche da fuori Napoli. Davvero inconcepibile.
Il giusto equilibrio. Da contraltare, quelli che non mancano di snocciolare i tanti record che il Napoli ha messo insieme in questo scorcio di stagione dimenticandosi, o peggio ancora ignorando, che spesso e volentieri, i record, purtroppo, da soli non bastano per arrivare fino in fondo. La storia passata racconta di un Perugia imbattuto per un intero campionato nella stagione 1978/79 ma il campionato lo vinse il Milan e, per restare ai tempi nostri, campionato 2013/14, la Roma di Garcia vince addirittura le prime dieci partite, segna 24 goal, ne subisce appena uno e manda a segno 11 giocatori diversi. La striscia di vittorie consecutive verrà quasi bissata nella parte finale del torneo. I giallorossi infileranno nove vittorie consecutive. Servirà a poco: lo scudetto finirà per vincerlo la Juventus.
La mano di Sarri si vede eccome. La squadra gioca benissimo ed ha imparato anche a rallentare nel corso della stessa gara. Alza e abbassa i ritmi a suo piacimento e, novità assoluta rispetto alla scorsa stagione, si preoccupa anche degli avversari. E questo lascia ben sperare. Come lasciano ben sperare le verve realizzativa di Mertens, la consacrazione di Insigne, la crescita esponenziale di Ghoulam e la spaventosa regolarità di Callejon. Ma purtroppo, siamo solo all'inizio. Non si è giocato neanche un quinto del torneo. La Juventus, tra polemiche e qualche infortunato eccellente, è sempre lì, potendo contare su di una rosa molto profonda. L'Inter anche. Malgrado giochi maluccio e abbia segnato con il contagocce. Ma appare solida in difesa, appena tre reti subite, e quando il reparto arretrato balla, ci pensa Handanovic. Sottovaluta ai nastri di partenza la Roma. Ha perso una sola partita, anche immeritatamente, Dzeko si sta riconfermando e hanno recuperato Florenzi. Ecco, forse su questi aspetti, si sarebbero dovuti concentrare i ricercatori del pelo nell'uovo in servizio permanente effettivo. Ma del resto, molti di questi, sono quelli che si dicevano convinti che Cavani senza Lavezzi non si sarebbe ripetuto e tante altre perle simili.
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