A Torino pretendono civiltà dai napoletani, ma dimenticano la devastazione di Fuorigrotta del 2013: 51 Daspo e 62 autodanneggiate

23.02.2018
15:40
Redazione

  I colleghi di TuttoJuve sembrano aver trovato al soluzione per farandare i tifosi del Napoli in trasferta a Torino per il big match del 22 aprile.

I colleghi di TuttoJuve sembrano aver trovato al soluzione per farandare i tifosi del Napoli in trasferta a Torino per il big match del 22 aprile. Una proposta a dir poco bizzarra: "Come fare? Beh, semplice, visti i precedenti e la distruzione delle ultime volte dei settori ospiti, la Juventus dovrebbe chiedere garanzie e farsi assicurare dal Napoli di essere disponibile a risarcire tutti i danni eventuali causati dai propri supporters. Insomma, un'assicurazione, tifosi presenti ma a patto che qualcuno rimborsi in caso di danni... Soluzione possibile? Lo vedremo, al momento ci viene da dire che probabilmente non ci saranno e che quei posti potrebbero essere venduti come all'andata ai tifosi di casa..."

Va però ricordato, per dovere di cronaca, che in un Napoli-Juventus dell'1 marzo 2013 un gruppo di 200 tifosi bianconeri danneggiò auto e non solo a Fuorigrotta prima della gara. Tra questi ben 5 ebbero il Daspo.

"In quella circostanza 51 tifosi della Juventus - si legge su Il Mattino -  giunti a Napoli a bordo di autobus, provenienti in prevalenza dalla provincia di Milano, a seguito del lancio di un oggetto contro un finestrino laterale in via Terracina, scesero dall’autobus e, dopo essersi organizzati in gruppo compatto, travisandosi con sciarpe, cappelli, passamontagna e cappucci di felpa, unendosi ad altri 200 supporters, percorsero a piedi il tratto di strada che li separava dallo stadio, danneggiando tutti i veicoli parcheggiati lungo la via.

Utilizzando aste di bandiera di colore verde, sfondarono i finestrini delle vetture, ruppero i tergicristalli e gli specchietti retrovisori, lanciarono razzi petardi e fumogeni anche verso le abitazioni – un’autovettura in sosta, colpita da una torcia, venne parzialmente distrutta dalle fiamme – evidenziando il chiaro intento di arrecare più danni possibili ai beni mobili e immobili che trovavano sul loro percorso. Furono individuate ben 62 autovetture danneggiate.

Non paghi delle loro azioni, giunti al varco 33 dello stadio riservato agli ospiti, tentarono di accedere liberamente nell’impianto, al fine di sottrarsi ai controlli di polizia, non riuscendovi per l’azione di respingimento delle forze dell'ordine, durante la quale un Ispettore riportò una ferita al capo, colpito da un oggetto contundente.

Al termine dell’incontro, i tifosi a bordo dell'autobus vennero tutti identificati dal personale della Digos e, in quell’occasione, vennero sequestrate 9 aste di bandiera di 120 cm di cui 7 di colore verde, una torcia luminosa e uno zaino con 26 petardi e 2 torce. Il proprietario dello zaino fu arrestato per possesso di artifizi pirotecnici e condannato dal Tribunale di Napoli ad otto mesi di reclusione e alla pena accessoria del Daspo per la durata di due anni con obbligo di firma.

Nei confronti di tutti i tifosi identificati sono stati emessi provvedimenti di divieto di accesso allo stadio per tre anni – la maggior parte dei quali notificati ex novo nell’agosto 2013 dopo una sentenza del medesimo Tar Campania che aveva riscontrato un vizio procedurale - poiché avevano posto in essere, in occasione di una manifestazione sportiva, una condotta di gruppo estremamente pericolosa per la sicurezza pubblica.

Accogliendo la tesi della Questura di Napoli, contestata fermamente dai supporters juventini che hanno presentato diversi ricorsi, i giudici del Tar Campania – Presidente Luigi Domenico Nappi – hanno ribadito che la legge prevede che il Daspo può essere applicato anche al di là della certa attribuzione al singolo individuo del gesto contrario alla legge, ove ci si trovi dinanzi a comportamenti violativi collettivi, condizione di per sé sufficiente a renderli una minaccia per l’ordine pubblico. Pertanto, la misura del divieto di accesso può essere disposta non solo nei confronti di chi risulti direttamente responsabile di reati caratterizzati dalla violenza, ma anche nei confronti di chi, scegliendo di porsi dalla parte di chi abbia il comportamento violento, in tal modo induca o inneggi alla violenza, con movimenti corporei o espressioni verbali. A maggior ragione, la medesima misura può essere adottata nei confronti di tutti coloro che facciano parte di un "gruppo", i cui appartenenti, di cui è spesso disagevole l’accertamento delle responsabilità penali individuali, abbiano comportamenti violenti o espressioni verbali inneggianti alla violenza".

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