CdN - Nonostante i tanti esterni, Sarri non cambia schema: confermato il 4-3-1-2 contro la Samp

28.08.2015
02:30
Redazione

Niente retromarce, niente ribaltoni tattici. Maurizio Sarri non cambia pelle al suo Napoli: contro la Sampdoria domenica sera al San Paolo, sarà ancora 4-3-1-2. Resta nel cassetto il 4-3-3, opzione che lo stesso allenatore aveva liquidato dopo la sconfitta col Sassuolo senza troppi giri di parole: “L’abbiamo provato, ma ci dà problemi”. Non cambia, Sarri, anche se la partita coi blucerchiati è già delicata, con la piazza che rumoreggia e i calciatori che aspettano certezze. Già, i calciatori. Sarri ha comunicato loro la decisione di non abiurare alle sue idee tattiche. Resta convinto che il 4-3-1-2 sia lo schema migliore per il Napoli, nonostante un’abbondanza di attaccanti esterni: Mertens ed Insigne a sinistra, Callejon e Gabbiadini a destra. Non cambia, Sarri, convinto che ci sia bisogno più di un trequartista e di una seconda punta accanto a Higuain che non di due attaccanti esterni in grado di assistere il Pipita. E pazienza se questo toglie ampiezza alla fase offensiva e se, per caratteristiche, l’unico trequartista vero in rosa è Omar El Kaddouri. Chiaro il messaggio recapitato al gruppo: deve adattarsi alle scelte tattiche dell’allenatore e non viceversa. E allora può accadere che qualcuno debba cantare e portare la croce. Come Gonzalo Higuain, per esempio, sostituito per scelta tecnica contro il Sassuolo. Di lui, uomo gol e trascinatore designato, il Napoli non può fare a meno e questo lo sa bene anche Sarri, ora impegnato a (ri)costruire un rapporto di reciproca fiducia con l’argentino. Devono fidarsi l’uno dell’altro, il tecnico e il bomber, a prescindere dalla condizione fisica, dallo stress, dagli eventuali bronci. Perché, in genere, i giocatori che fanno la differenza in campo ci vanno e ci restano, specie se c’è un risultato da sbloccare o da recuperare. Quando arrivò in ritiro, Sarri disse che Higuain era un grande giocatore ma che forse non aveva espresso tutto il suo potenziale. Ora la sfida, cruciale per il Napoli, è quella di ritrovare un Higuain leader, convinto e forse persino contento di quel che fa, in campo e fuori. Prova a ripartire anche da questo, Sarri, che dopo la sconfitta di Reggio Emilia s’è ritrovato subito sul banco degli imputati. Ha scelto di non cambiare modulo, il mister venuto dalla gavetta, e con uno scopo preciso: trasmettere sicurezza, mostrarsi convinto della bontà del suo lavoro. Una scelta obbligata, visto che nel gruppo, già dalla nottataccia del Mapei Stadium, si sono visti i sintomi dei primi malumori. Tra chi non ha digerito il cambio (Higuain e Insigne), e chi si aspetta di giocare di più (Gabbiadini e Callejon), c’è il rischio concreto che allenatore e squadra inizino a deragliare dal binario comune. Certo, confermando il 4-3-1-2 Sarri dimostra di non essere quel camaleonte tattico che in tanti avevano applaudito dopo l’addio dell’integralista Benitez: pur operando tre cambi, col Sassuolo non ha cambiato schema neppure a gara in corso, cosa che invece il suo predecessore aveva fatto spesso e volentieri. Così, per l’ex allenatore dell’Empoli la continuità diventa una scelta obbligata, una sorta di strettoia in cui passare per forza. Sperando che il risultato, domenica notte, sia diverso da quello della partita d’esordio.

Fonte : Cronache di Napoli
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