Clan Mallardo, Batman Taglialatela di nuovo alla sbarra . Ecco come l'ex portiere del Napoli si difende dalle accuse

06.12.2016
15:20
Redazione

Nuova tappa nel processo 'Crash' che vede imputato, tra gli altri, anche Pino Taglialatela, storico portiere del Calcio Napoli degli inizi degli anno Novanta. Venerdì si è tenuta a Napoli un'altra udienza, nel corso della quale sono stati ascoltati alcuni testimoni tra cui la commessa di un negozio ed un medico sociale sportivo. Quest'ultimo è stato chiamato a parlare di un episodio di cui è accusato l'ex estremo difensore azzurro, ovvero quello di aver fatto curare presso una clinica privata una persona attinta da colpi di arma da fuoco. Ricostruzione totalmente smentita dal medico. Inoltre sia l'accusa che le parti hanno chiesto l'acquisizione di alcuni atti, il giudice si è riservato. Nella prossima udienza dovrebbe comparire in aula proprio Taglialatela, il quale sarà chiamato a rispondere alle gravi accuse a suo carico. Associazione di stampo mafioso con il ruolo di partecipe: questa la contestazione sollevata dal pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Maria Cristina Ribera all’ex portiere del Napoli il quale era già accusato di intestazione fittizia di alcuni autoveicoli, in particolare un motociclo T Max. 

La modifica e laggravamento dell’accusa deriva da informative del Gico della Guardia di Finanza secondo le quali Taglialatela sarebbe stato una “testa di legno” di un presunto affiliato di clan Mallardo di Giugliano, Mauro Moraca, che aveva in uso alcuni veicoli intestati all’ex calciatore. Secondo l’avvocato Giuseppe Pellegrino, difensore di Moraca i veicoli erano intestati a Taglialatela solo per beneficiare del fatto che lui è residente sull’isola di Ischia. 
Nel processo dove sono imputati esponenti di spicco del clan Mallardo per associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia dei beni, con l’aggravante di avere favorito l’azione della cosca di Giugliano. Nel processo sono imputati, tra gli altri, Mauro Moraca e Carlo Antonio D’Alterio, rispettivamente genero e nipote di Feliciano, e Giuliano Amicone, braccio destro del boss. Stralciate, invece, le posizioni di Feliciano Mallardo e Silvio Diana, essendo le due persone decedute.

Fonte : Internapoli.it
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