Corbo: "De Laurentiis, risanare il bilancio non è un disonore. Sprecati milioni per incompetenza, ora sia chiaro con i tifosi"
COMINCIA uno strano lunedì. Malinconico è il divario tra l’entità delle notizie, il fascino dei nomi e la rituale febbre del mercato. “Assalto a Valdifiori e Hysaj“. Notizia corretta, certo. Ma i titoli sono un gioco di artificio per un fuoco che non si accende. La fantasia del tifoso non vola. Obiettivi decorosi, ma trovate eccitante il Napoli di un sapiente geometra di 29 anni e di un ragazzo albanese forse carico di futuro ma dal passato ancora vuoto? Per strano che sia questo può essere il lunedì della chiarezza. De Laurentiis e il tifoso devono capire che sta cambiando la dimensione del Napoli, precipitato dall’era di Benitez, un perdente di lusso, a quella di Sarri, l’ex bancario di Figline Valdarno che di calcio sa abbastanza, ma dove dimostrarlo a Napoli, non più ad Empoli. Lì bastava stupire lanciando giovani, qui c’è un pubblico che vuol vincere. Finora la comunicazione non l’ha aiutato. Se c’è un presidente che va in Spagna per studiare le strutture di Real e Barcellona, se Benitez si ritene deluso da quelle del Napoli e con toni ultimativi chiede di migliorarle, chi ha suggerito a Sarri l’idea di dare proprio al complesso di Castel Volturno il primo entusiastico giudizio? Quello che non bastava a Benitez è un capolavoro per Sarri. Ne deriva agli occhi del tifoso la diversa figura dei due. E questo sembra difficile da accettare per un gentiluomo acerbo e capace che va protetto e guidato perché dia al Napoli più di quanto Benitez abbia promesso e lasciato. Già, denigrava le strutture e per blandire i napoletani parlava di Capodimonte e Pompei. Sembra urgente la ricerca di un punto di incontro tra presidente e tifoso. De Laurentiis che due anni fa cedeva Cavani per Higuain è lo stesso che sta per sostituire in difesa il fallimentare Albiolper Hysaj. Può essere anche giusto. Ma ha l’interesse oltre al dovere di spiegare che è questa la sua strategia: il Napoli infila un vicolo stretto, non cieco, per cancellare il rosso dal bilancio giocando d’azzardo. Se è vero che fa l’imprenditore e cura i conti, che di suo non vuole rimetterci un euro, che per la sua incompetenza ha sprecato milioni, gli conviene raccontare la verità ai tifosi, coinvolgerli nella nuova strategia fatta di serietà e attesa. Non c’è da arrossire se si annuncia che il Napoli non spenderà 74 milioni di ingaggi per un quinto posto, che non inseguirà più Vargas per 13, Inler per 17, Jorginho per 10, Donadel per 8 netti di ingaggio, che non c’è più il rassegnato Bigon ma il rampante Giuntoli, che non investirà 55 più della Juve per finire con 24 punti in meno. Nessuno può dire se con il calo di incassi e spettatori nel disamore convenga risparmiare o investire, nessuno può dare la linea all’unico responsabile della gestione tecnica e finanziaria. Non si intravedono amici di Thohir e Mr Bee. Non è un modello la resa di Moratti e Berlusconi alla misteriosa finanza asiatica. Meglio una analisi convincente per chiarezza e lealtà. Chissà che i tifosi non le apprezzino più di un enfatico tweet.