Corbo: "Garcia vende l'anima al pareggio. Nel Napoli affiora la stanchezza: è da primato anche quando Higuain gioca male?"

14.12.2015
10:20
Redazione

Partita di grandi emozioni e rimpianti, ma scende improvviso il gelo quando appare sul video la classifica. Il Napoli è a 4 punti dall’Inter, la Roma a 7. Tutto il vanto di un italianissimo tatticismo interpretato anche dal francese Garcia svanisce in una riflessione: lo scudetto per tutt’e due i club un po’ si allontana. Malinconico un altro dubbio: un Napoli senza Higuain è da primato? Nella stagione dei suoi primi 50 gol (28 in A, 22 in Europa League) per il Napoli è il terzo 0-0, dopo Carpi e Genoa. Ma questo è il più contraddittorio: sul campo il Napoli è superiore alla Roma, certo; gli avversari si riparano in un provincialismo che stride con investimenti e proclami estivi, vero anche questo; il pubblico lo premia con applausi, giusto. Ma c’è il rammarico di una vittoria sfiorata e comunque fallita, oltre a segnali di stanchezza. Non è il Napoli arrugginito di Bologna, ma neanche quello irresistibile dei primi 70’ con l’Inter. La chiave è facile da trovare. La Roma si schiera con eccessiva prudenza. Più che i nomi della formazione, l’assetto tattico la sconfessa: troppo calcolo, niente azzardo. I centrali difensivi Manolas e Rudiger controllano con decoro l’involuto Higuain. Ma Garcia piazza come un tempo i metodisti De Rossi, a schermo della difesa e con lo sguardo rivolto ad Hamsik, forse il migliore del Napoli per lucido ingegno e inserimento. Tranne il gol annullato, il capitano romanista raddoppia le marcature, senza mai curarsi di creare gioco. Né lo fa sempre Pjanic, dovendo far velo su Jorginho. Nainggolan massiccio e perentorio come il suo aspetto conferma si orienta invece su Allan. Sulle fasce, a destra Florenzi generoso ma imperfetto come difensore: subisce l’effervescenza di Insigne. A sinistra Digne controlla bene il pallido Callejòn. Su quel versante è molto pericoloso il sempre più convincente Hysaj, che chiude subito i conti con l’enigmatico Salah. Non si capisce perché la Roma lo abbia mandato a sinistra, lui mancino che dalla destra è sempre più insidioso. Forse perché Iago Falque dà migliore copertura. Già, la Roma non pensa ad altro che a difendere. Ma difendere che cosa se è adesso a sette punti dall’Inter? Sarà interessante seguire Higuain nelle prossime gare ad alta intensità: soffre le grandi sfide? Non sembrava ieri ben preparato né felice, evitava anche di accorciare sui centrocampisti come sa fare invece e bene lui e come impone alla punta centrale il 4-3-3. Ecco, il modulo. Con Higuain stralunato, con Insigne pericoloso ma egoista, con Callejòn ordinario era inevitabile un cambio. C’è. Ma è parziale. Entrato Mertens, lo si vede a destra. Forse era il caso di tornare nel finale al dogma estivo, ad una variante tattica: il 4-3-1-2 con Mertens accanto a Higuain, Insigne rifinitore, in mediana i soliti tre Allan, Jorginho e Hamsik. I tre che da qualche tempo gli avversari marcano a vista. Già, il calcio italiano: sboroni a parole, per poi vendere l’anima ad uno zero a zero

Fonte : Repubblica
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