Corbo: "Higuain niente gol e tanto nervosismo a Praga. Callejon e Hamsik non fanno filtro e Jorginho sembra una statua di ghiaccio"

28.11.2014
10:30
Redazione

IL NAPOLI ha capito nella ripresa, e ancora meglio nel finale, di aver troppo subìto e senza ragione una formazione poderosa ma sciatta. Non sa essere felice. Non può esserlo, neanche nella serata della qualificazione europea, con cospicua speranza di chiudere al primo posto il girone I. Basta battere l’11 dicembre al San Paolo lo Slovan di Bratislava, ultimo, neanche un punto in 5 gare. Stagione in chiaroscuro, il Napoli si trascina nel rimorso di giocare solo di rado in undici. La vittoria strepitosa sulla Roma rimane uno splendido ricordo, purtroppo raro. I due giustamente sostituiti lasciano pensare, non sono due giocatori qualsiasi. Higuain è imbolsito, appannato nello scatto e nei riflessi, abulico come chi si è appena svegliato dopo una notte tormentata. Jorginho, chiamato a un ruolo di responsabilità, centrale del terzetto offensivo, lentamente porta in giro la sua ombra e la sua angoscia. Mai così reattivo e irato Benitez in panchina. Ha visto crollare una costruzione tattica che aveva allestito per travestire un esterno sinistro, assenti Insigne e Mertens. Con Jorginho nel ruolo di Hamsik a ridosso di Higuain, con Callejon e Hamsik esterni a destra e sinistra. Non aveva grandi scelte Benitez, irrisoria si rivela quella adottata. Sarebbe stato meglio con Hamsik al suo posto e Ghoulam esterno alto, soluzione tentata solo nel finale. Con Higuain virtualmente lontano, con Jorginho statua di ghiaccio nel freddo di Praga, con Hamsik evidente solo nella cresta nera ma smarrito e depresso, il Napoli prova persino a invertire gli esterni. Callejon a sinistra per arginare la catena di destra dello Sparta ma con poco esito, Hamsik a destra tanto per complicare il compito del puntuale Mesto, attaccato su quel lato da Vrejci, a sua volta affiancato da Matejowsky. Due traverse e qualche confortante intervento del discusso Rafael confermano il dominio dello Sparta. Nel primo tempo il Napoli s’è abbassato: l’ha sorretto il mestiere di Albiol oltre alla solidità difensiva del recuperato Koulibaly, del ruvido Britos, dell’affidabile Mesto. Davanti al quartetto difensivo, Gargano pronto a correre e contrastare con l’onesto Lopez. Ma senza il filtro di Callejon e Hamsik per il Napoli il danno è doppio: subire e non ripartire. Nel finale, restituito al suo ruolo, Hamsik partecipa a un debole assalto guidato da Zapata. Come sparare in aria: per impotenza o segnale di festa.

Fonte : Corbo - Repubblica
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