Corbo: "Quattro condizioni per il rilancio di Higuain. Si offende se i tifosi gli chiedono un minuto di allenamento in più e un grammo in meno?"

06.07.2015
09:10
Redazione

La Coppa America restituisce Higuain in tutta la sua fragile grandezza. La notte di Santiago con l’ennesimo rigore spedito alla luna certifica i limiti di un campione imperfetto. Torna un micidiale bolide, ma da portare in officina per un tagliando. Molti tifosi temevano che De Laurentiis potesse venderlo. Minacciava anche lui, sotto sotto, di andar via. Si è reso incedibile lo stesso Higuain sbagliando dinanzi al mondo ancora una volta un rigore, uno dei due che hanno penalizzato l’Argentina. Un altro errore, su assist di Lavezzi, aveva graziato il Cile al 92’. Per il Napoli non cambia molto, De Laurentiis lo aveva già eliminato dal mercato, pubblicando il prezzo del suo svincolo: una novantina di milioni.Un altro giro di chiave l’aveva dato Sarri, dicendo che sarebbe stato felice di allenare il Napoli con Higuain confermato, perché era «pronto ad aiutare un ragazzo di grande valore». Ecco, questa è la storia di un ragazzo da aiutare. I sette rigori su dieci sbagliati nelle stagioni italiane, l’errore di Germania-Argentina ai Mondiali 2014 e quelli ancora più gravi dell’ultimo campionato sono un dossier da consegnare a Sarri. Se è certo che Higuain sia giocatore di elevate qualità tecniche, è interesse suo e del Napoli tracciare un suo profilo psicologico. Le sue prodezze sotto rete esaltano per precisione e creatività balistica. Higuain le realizza quando va d’impeto, senza pensarci, guidato dal talento immenso che è in lui. Higuain sbaglia se ha un attimo per pensare: il gol che sembra facile facile o il rigore da battere sono perfide insidie. Si può immaginare una sindrome da responsabilità. Higuain si rivela sempre più un campione e sempre meno un leader. Maradona vinse da solo il mondiale di Mexico ‘86 con una squadra composta da otto disoccupati. Carlos Maria Bilardo mise al servizio del Genio un plotone di fedelissimi e scattanti gregari. Higuain invece trascina di rado il Napoli da solo alla vittoria. Forse perché fino a 26 anni nel grande Real era un titolare instabile. Negli ultimi due campionati spagnoli supera a malapena i 1700 minuti, quasi 19 partite piene. Nell’ultimo biennio con il Napoli invece va ben oltre i 2700, una media quindi di 30 gare. In Italia tra i 26 e 28 anni dà il massimo, ma non ancora tutto. Può essere proprio Napoli la tappa della sua maturità, in una stagione senza Champions ma da vivere con umiltà e voglia di riemergere. Sono quattro le condizioni. La prima: che Sarri sappia parlargli dritto al cuore, provocando fiammate d’orgoglio. La seconda: che ricominci in allenamento proprio dai rigori, per ricomporre la sua autostima. Il rigore è un fatto tecnico, come insegnano nella storia del calcio due fenomeni: il difensore della Fiorentina Cervato, e l’insuperabile Liedholm. La terza e la quarta insieme: che Higuain si dia una vita spartana da atleta ambizioso e si metta davvero a disposizione di Sarri, riconoscendogli l’attenzione costante e le premure che Benitez gli negava. Conforta il messaggio che arriva dal Sudamerica: Higuain arriverà in ritiro, rinuncia a qualche giorno di vacanza. Anche se gli spetta un mese secco. Ne sarà lieto Sarri è anche merito suo. Gli avrà telefonato. Higuain fu pagato forse troppo: 40 milioni. Ne guadagna cinque netti. Si offende se i tifosi di Napoli gli chiedono un minuto di allenamento in più e un grammo in meno?

Fonte : Repubblica
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