Corriere Veneto avverte: "Il Bentegodi sarà una bolgia. Mandorlini carica la squadra"
Tempo di una classica del calcio italiano. Verona contro Napoli è sempre una sensazione unica, fatta di storie che si incrociano, di una rivalità accesa, di un confronto colmo di personaggi epici. Briegel contro Maradona, Dirceu e Elkjaer, Caniggia e Careca, tanto per citare giusto qualche nome in libertà. Tre scudetti a misurarsi. Sfottò sardonici e tensioni da controllare a vista. Al Bentegodi, per rinnovare la tradizione, ecco l’incrocio tra l’Hellas pilotato da Luca Toni, miglior bomber italiano del momento, classifica marcatori alla mano, e il Napoli griffato dai gol di Gonzalo Higuain: ultimo show, per il Pipita, la tripletta che ha schiantato la Dinamo Mosca in Europa League, giovedì. Andrea Mandorlini fa: «Giochiamo contro una squadra fortissima, tra le migliori del campionato. Con loro c’è andata male nelle ultime occasioni, e adesso vogliamo invertire questa tendenza: dovremo essere brutti, sporchi e cattivi». I numeri sono spietati con il Verona: contro il Napoli, nelle tre partite disputate dopo il ritorno in A dei gialloblù, tre sconfitte pesanti, con 14 reti subite e 3 fatte. Al San Paolo, addirittura, un 5-1 e un 6-2 a carico. Ma l’Hellas che si presenta al Bentegodi oggi viene da un momento favorevole, con uno scatto che l’ha allontanato dalle sabbie mobili della zona bassa, con i pari con Roma e Milan inframmezzati dal blitz di Cagliari: «Ci siamo ripresi – commenta Mandorlini – e abbiamo ottenuto dei risultati importanti. Adesso cerchiamo ancora più continuità». Sugli spalti è previsto il pubblico dei big match: almeno 20.000 spettatori per un incontro che non smette di solleticare la fantasia. Ce n’erano 1500, invece, allo stadio, per l’allenamento di metà settimana del Verona: «Una carica positiva, quella che abbiamo ricevuto dai tifosi – dice Mandorlini –, c’è stata una notevole affluenza, la spinta si è fatta sentire, ma ricordiamoci che quella con il Napoli, per noi, non è diversa dalle altre. Speciale sì, ma prima di tutto ci servono punti, perché la strada è ancora lunga, e abbiamo la necessità di giocare sempre, fino all’ultima giornata, con il coltello tra i denti». Ci proverà, l’Hellas, provvedendo a rimpiazzare gli assenti Marquez (infortunato) con uno tra Sorensen e Marques – in vantaggio, anche se è appena rientrato da un guaio fisico – e Ionita (squalificato) con Sala. Davanti, insieme al totem Toni, fiducia, sulle corsie esterne, a Juanito Gomez e Bosko Jankovic, mentre la mediana sarà completata da Panagiotis Tachtsidis e Emil Hallfredsson, per quanto Mandorlini abbia sperimentato pure la soluzione con Obbadi a fare da metodista davanti alla difesa: «Marques è recuperato, la valutazione la farò nelle prossime ore», chiude il discorso Mandorlini, che si scioglie quando parla di Jorginho e del suo ritorno a Verona. Dice: «Per me è come riabbracciare un figlio. Sono contento di rivederlo: gli farò subito i complimenti per la sua ottima prestazione di giovedì scorso». Poi, gli onori riservati a Rafa Benitez: «Ha fatto la storia a Liverpool è a Valencia, non gli è andata bene all’Inter, ma rimane un allenatore per cui provo grande riverenza». Un Benitez che ha fatto scacco matto a Mandorlini tre volte su tre. Un Mandorlini che è solleticato dalla chance dello sgambetto a un mostro sacro della panchina: «Ricordo quanto avvenne all’andata: pagammo tutti i nostri errori. E adesso vedremo cosa accadrà. Sappiamo che sarà dura, ma vedremo chi vincerà». A Castelvolturno, intanto, Benitez avvisa: «A Verona troveremo un ambiente caldo. E noi ci andiamo con rispetto: sappiamo che vorranno renderci la vita difficile». Rafa lo sa, il Bentegodi sarà un budello. Ma per centrare l’impresa ci vorrà un grande Hellas.