CorrSera attacca Sarri: "E' ora di piantarla con il megalomane luogo comune sugli arbitri. Quando le cose vanno male sono utili scuse..."
Il Corriere della Sera attacca Maurizio Sarri sulle parole dette in merito alla scelte arbitrali di Mazzoleni: "Ci dev’essere in giro un virus: secondo Sarri, non sono dei più migliori neppure gli arbitri italiani. Per il compassato allenatore del Napoli è ora di piantarla con il megalomane luogo comune sulla categoria, il famoso bollino bio «gli arbitri italiani sono i migliori del mondo». Ai giorni nostri non è chiaro chi abbia messo in giro questa nomea — può starci che abbia astutamente cominciato proprio un nostro arbitro, contando sull’attitudine al conformismo dell’intero ambiente —, ma resta un fatto che da troppo tempo questa fama stia mostrando tutti i limiti del tempo e dell’usura. Senza neppure bisogno di rievocare lo squallore di Calciopoli. Nella realtà, i nostri giudici di gara sono mediamente buoni e mediamente impediti come in tutti i campionati evoluti. «Italians do it better» non regge più nelle alcove dov’è nato, ma ormai neppure nella casta arbitrale. Punto e basta. Sarri si limita perciò a dire una cosa evidente. C’è una seconda evidenza, tuttavia, in questo scabroso argomento: per conoscere davvero cosa pensino gli allenatori bisogna proprio aspettare che perdano. È così. L’allenatore che vince si presenta in sala interviste e di fronte alle domande sul rigore a favore risponde sempre come un anacoreta: lo sapete (lo sapete chi?), non parlo mai degli arbitri. Non c’è verso di cavargli di più. È capace di far sentire tutti dei meschini e dei mentecatti, ma come, ancora fate domande sugli arbitri, possibile che proprio non riusciate e parlare solo di calcio? Lezioni di sport. Ma è quando perde, come Sarri a Bologna, come Garcia a un certo punto del suo viaggio italiano, come tutti, che l’anacoreta esce un attimo dall’imperturbabile ascesi zen: lo sapete che non parlo mai degli arbitri, virgola, ma. Il ma apre il dossier verità: il primo gol era in fuorigioco, il secondo è scaturito da un fallo non fischiato a metà campo, del rigore lascio a voi i commenti, e comunque è sulla direzione di gara nel suo complesso che ci sarebbe da discutere, tanti falli invertiti, tante piccole cose che hanno pesato sulla nostra prestazione… E alla fine, oltre ogni fair-play, oltre ogni finzione, l’arbitro italiano torna a essere quello che storicamente è davvero per il nostro calcio. Né il migliore del mondo, né il peggiore. Soltanto l’uomo giusto al momento giusto, quando bisogna pur trovare una scusa"