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CorSport - Rimborsopoli Arbitri: ecco le motivazioni delle loro sospensioni, ricevute alterate

05.08.2021
20:40
Redazione

Rimborsopoli Arbitri, le ultime notizie

Serie A - Violazione plurime ai «principi di lealtà e rettitudine, oltre che il rispetto del canone della trasparenza» (concetti che «devono far parte del DNA di un arbitro» scrivono i giudici); l’ammissione di aver «alterato», «modificato» biglietti di aerei o treni, ricevute del Telepass, addirittura ricevute di tamponi Covid-19 (il che dovrebbe coinvolgere non solo i principi etici propri dello sport, ma anche la sicurezza sanitaria in un momento - lungo - particolarmente delicato per il diffondersi del Coronavirus); il coinvolgimento (tentato) di terze persone, non appartenenti all’AIA (in un caso addirittura la mamma!), per cercare di sottrarsi al giudizio della Disciplinare; il tutto spesso condito da «grave e ingiustificata superficialità» nel tentativo di spiegare perché sia stata inserita una documentazione risultata poi non veritiera. Sono state depositate ieri le motivazioni della Commissione Disciplinare (presidente Mauro Carboni; vicepresidente Roberto Mancinelli; componente Gilberto Mercuri) in merito al primo filone d’inchiesta di Rimborsopoli e che ha portato alla sospensione degli arbitri Fabrizio Pasqua (16 mesi, fino al 9 ottobre 2022), Federico La Penna (13 mesi, fino al 9 luglio 2022), Ivan Robilotta (13 mesi, fino al 9 luglio 2022) e degli assistenti Valentino Fiorito (16 mesi, ha rassegnato le dimissioni il 26 maggio scorso, la pena decorrerà dall’eventuale riammissione nell’AIA), Manuel Robilotta (14 mesi, fino al 9 agosto 2022) e Stefano Del Giovane (12 mesi, fino al 9 giugno 2022). Per tutti, la Procura dell’AIA aveva chiesto il ritiro della tessera, tesi che non è stata accolta dai giudici di prime cure, per i quali è venuto evidentemente a mancare quel «falso materiale» sostenuto in aula, così come le violazioni al Codice etico, ritenute «troppo generiche». Un punto sul quale potrebbe aprirsi la battaglia del ricorso (nuovo processo davanti alla Commissione d’Appello presieduta da Giuseppe Fonisto non prima di fine agosto) al quale non è escluso possa aderire anche la Procura stessa. Nel frattempo, si è aperto ufficialmente anche il secondo filone di Rimborsopoli: dopo essere stati sospesi in via cautelare, sono stati deferiti anche l’internazionale Davide Massa e Piero Giacomelli. Anche in questo caso, come nel precedente, con violazioni , contestazioni e addebiti differenti fra loro. La via da seguire, sempre la stessa: giustizia (chi ha sbagliato deve pagare, soprattutto perché si parla di arbitri) e non giustizialismo. 

La disciplinare è partita, per tutti, da un presupposto: l’ammissione di colpa da parte di chi è stato accusato di aver alterato i documenti di viaggio caricati per i rimborsi. Lo fece, da subito, davanti al presidente Trentalange e al vicepresidente Baglioni Fabrizio Pasqua, come riportato dalla nota inviata al procuratore federale Chiné il 22 aprile, nella quale lo stesso arbitro «confermava di avere, in più occasioni, alterato gli importi di alcuni rimborsi spese (...). Ha aggiunto inoltre che anche altri arbitri e assistenti appartenenti alla CAN sono solito modificare le note spese». Circostanza che Pasqua ha provato a correggere davanti alla Disciplinare, dove non si è presentato «sul presupposto di avere un “precario stato psichico” che non gli avrebbe consentito di sottoporsi ad eventi di natura stressante» dicono i giudici. 

Differenti le contestazioni della Procura dell’AIA. Quelle riferibili a Davide Massa sarebbe molteplici, per importi superiori ai 41 euro che qualcuno ha voluto sostenere, e riguarderebbero chilometri ma anche ricevute autostradali incongruenti e quelle di ristoranti spesso doppie. Meno grave la posizione di Giacomelli: qui si tratterebbe solo di alcuni chilometri in più in un paio di trasferte. I due arbitri avranno a disposizione 15 giorni per le controdeduzioni, poi il processo di primo grado. A riportarlo è il Corriere dello Sport.

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